
Voigt divora 51,115 chilometri, è il nuovo record dell’ora
Il tedesco della Trek, a fine carriera, abbatte il record di Sosenka e supera il muro dei 50 chilometri, primo nella nuova era delle bici normali
Grenchen – Jens Voigt chiude la sua carriera di ciclista professionista a 43 anni, portando a casa un pezzo di storia del ciclismo: è suo il nuovo record dell’ora, ottenuto oggi sulla pista svizzera di Grenchen. Il ciclista tedesco, ex Ddr, ha segnato il nuovo limite a 51,115 chilometri, cancellando la prestazione del ceco Sosenka, datata 2005.
JENS VOIGT – Per Jens Voigt è stata un’ora che ha segnato un passaggio storico, coronando così una lunga carriera, costellata di record. Voigt, nato nella Germania est, quando ancora il Muro divideva Berlino, ha preso parte a 17 edizioni consecutive del Tour de France, vincendo due tappe e rimanendo in Maglia gialla per ben due tappe. A quarantatré anni ha deciso di appendere le scarpette al chiodo e l’ha fatto nel modo migliore che si potesse immaginare.
CHE ORA! – Jens Voigt è il primo ciclista a coprire più di 50 chilometri in un’ora, almeno da quando i record sono stati resettati, in funzione dei nuovi regolamenti sui mezzi utilizzabili per queste prestazioni. Il tedesco è partito forte, ma contenuto, acquisendo da subito un margine su Sosenka, per poi ampliarlo nella seconda parte della corsa. Il pubblico austriaco ha seguito con passione l’impresa del ciclista della Trek, accompagnandolo mentre mulinava le gambe con il suo 55×14, un rapporto dallo sviluppo non indifferente. Il margine di Voigt è andato crescendo: 28 secondi dopo 100 giri – 25 chilometri – 70 secondi dopo 52 minuti di corsa. La marcia si è fermata a 51,115, con 205 giri percorsi.
UNA STORIA DI CAMPIONI – L’inventore dell’ora fu Henri Desgrange, lo stesso che ebbe anche l’idea di una corsa a tappe per le strade di Francia: il Tour de France. Negli anni il record è stato detenuto da ciclisti di alterna fama, compresi grandi campioni come Petit-Breton; a portarlo oltre il muro dei 45 chilometri orari fu un italiano, Giuseppe Olmo, nel 1935. Lì cominciò un legame speciale tra l’Italia e l’ora: a detenerlo fu Coppi – 45,798 nel 1942, battuto 14 anni dopo da Anquetil – poi Baldini e, infine, Moser nel 1984, con gli storici tentativi di Città del Messico. Proprio Moser lo tolse a Merckx, ultimo record con bici “normali”.
Da Moser in poi, infatti, a dominare il record fu soprattutto la tecnologia; cominciò Graeme Obree, poi Boardman, quindi Indurain e Rominger, tutti record cancellati dall’Uci con la scelta di puntare a bici “normali”. Oggi è l’ora di Voigt, proprio il caso di dirlo.
ALTRI TENTATIVI? – Già da alcuni anni si parlava di un tentativo di Cancellara, Martin o Wiggins, indiscussi campioni contro il tempo e sicuramente più dotati di Voigt per siglare record significativi. L’indecisione dell’Uci sulle regole li ha spinti ad attendere, ma non è detto che ora non rispondano a Voigt. Anche a breve. Il vecchio record dell’ora di Bordman – 56,375 – non dovrebbe correre rischi.
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio