Visco, la BCE userà tutti i mezzi a disposizione: si, ma quali?

Mario Draghi (tempofertile.blogspot.com)

Mario Draghi (tempofertile.blogspot.com)

La Banca centrale europea userà tutti i mezzi a disposizione per salvare l’euro. Questa frase viene ribadita e diffusa da tutti i più alti rappresentanti delle istituzioni finanziarie europee dal luglio 2012, quando Mario Draghi, governatore della BCE pronunciò quel famoso“Whatever it takes”.  Siamo giunti da poco nel 2016 e questa frase continua ad essere ribadita in varie salse. Oggi è toccato al governatore di Bankitalia, Ignazio Visco.

L’EURO E LE INCERTEZZE DEI GOVERNATORI – Mario Draghi ha sicuramente fatto la storia con quella sua frase. Nessuno da quel momento ha scommesso in maniera consistente contro quelle dichiarazioni di intenti di un banchiere centrale che in pratica voleva stampare moneta. Nonostante questo la situazione della zona euro può tranquillamente definirsi critica, a tre anni e mezzo dalla decisione di applicare il Quantitative Easing. Draghi è passato da “L’euro è irreversibile” dell’agosto 2015 a “L’euro ha un futuro ma dobbiamo lavorarci” del febbraio 2016. Stamani Visco ha affermato «La Bce userà tutti gli strumenti a sua disposizione per mantenere una politica monetaria accomodante». Una frase davvero poco tranquillizzante, in quanto è una sorta di ammissione di impotenza, visti i risultati sconfortanti ottenuti sull’inflazione.

Janet Yellen, presidente della Federal Reserve (www.corriere.it)

Janet Yellen, presidente della Federal Reserve (www.corriere.it)

LE CONDIZIONI E LE MISURE INSUFFICIENTI – Il differenziale tra i nostri titoli di stato e quelli tedeschi è sceso da 518 a 135 punti base da quando Draghi agì pesantemente, comprando titoli di stato dei Paesi sotto attacco speculativo. Nonostante questo, non si vede uno stralcio di inflazione in Europa: 0,3% è il dato di gennaio per tutta l’Unione, con 10 membri che a dicembre hanno avuto tassi ampiamente negativi variabili tra l’1 e il 2%.  Il messaggio è chiaro: l’Europa non cresce. Se Visco ha aggiunto che le condizioni attuali giustificano «una risposta monetaria» bisogna comprendere meglio di quale risposta si tratta. Sicuramente non si può trattare del solo Quantitative Easing che ha fornito parecchia liquidità alle banche che però non è stata messa in circolo nell’economia reale. D’altra parte non si può trattare neanche di fondere banche come vorrebbe il nostro premier, Matteo Renzi, che ha scoperto che il problema del sistema bancario italiano sono le piccole banche e non le famose “troppo grandi per fallire”. Quest’ultime sono quelle che hanno realmente provocato lo shock del 2008, che non finanziano l’economia reale e, come dimostra il caso Deutsche Bank citato dallo stesso premier nei giorni scorsi, sono portatrici di rischi sistemici.

IL PROBLEMA REALE – Bisogna quindi trovare nuove soluzioni su scala europea ma anche globale. La Federal Reserve sta procrastinando fin troppo il rialzo dei propri tassi, il Giappone è tornato ad un’inflazione vicina allo zero, nonostante le politica monetaria espansiva, e non mancano elementi destabilizzatori: il continuo rallentamento dei BRICS e una possibile uscita dell’UE della Gran Bretagna. Allora bisogna centrare il punto: l’asfissia monetaria che affligge l’economia reale a causa della finanziarizzazione dell’economia. I capitali vengono dirottati sempre di più verso prodotti finanziari fittizi. Mentre in Inghilterra la Banca Centrale sta riaprendo il dibattito pubblico sulla creazione del denaro, oggi affidata in larga parte alle banche, e in Islanda una vera riforma si sta mettendo in campo, in Europa le proposte migliori sono cambiare un’unione monetaria non completa e nefasta con un ritorno al passato.  Ma servono nuove proposte ed una nuova gestione del denaro che permetta agli stati di non essere sotto scacco della finanza e all’economia reale di ricevere i fondi che le servono. Urge quindi un dibattito vero, per portare avanti “whatever it takes” per salvare i cittadini d’Europa, dopo aver salvato l’Euro.

Domenico Pellitteri

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