VIDEO Punizione alla Roberto Carlos in Malesia: che gol Faiz Subri!

Incredibile in Malesia, dove il fantasista del Pulau Penang, Faiz Subri, ha emulato il celebre tiro di Roberto Carlos con una punizione ai limiti dell'irreale

All’anagrafe è stato registrato come Mohd Faiz bin Subri, ma da oggi potete tranquillamente chiamarlo “il Roberto Carlos della Malesia“. Certo, con il celeberrimo terzino brasiliano le caratteristiche in comune saranno decisamente poche, ma il gol siglato ieri su punizione dal fantasista del Pulau Penang ricorda molto da vicino il famoso calcio di punizione che Roberto Carlos sfoggiò contro la Francia nel Torneo di Tolone del 1997.

LEGGI DELLA FISICA FATEVI DA PARTE – Posizione defilata sulla sinistra e lontano ben trenta metri dalla porta, Faiz Subri, da buon destrorso, avrebbe dovuto crossare. O perlomeno questo suggerirebbe la logica ad ogni giocatore ben consapevole dei suoi limiti. Invece Subri ha cercato l’impossibile, con un tiro di esterno che, inizialmente diretto verso il centro della porta avversaria, ha improvvisamente cambiato direzione. Così, mentre il pubblico cercava di capire l’incomprensibile, il pallone si andava ad infilare sotto l’incrocio più lontano, accompagnato dallo sguardo esterrefatto del portiere avversario.

IL PRECEDENTE ILLUSTRE – Un’espressione del tutto simile a quella sfoggiata da Fabien Barthez la sera del 3 giugno 1997, quando Roberto Carlos lasciò il mondo intero a bocca aperta “brevettando” il tiro a tre dita, un colpo di esterno sinistro entrato nella storia del calcio mondiale per via della sua traiettoria assurda, diventata oggetto di studio nei Dipartimenti di fisica delle Università di tutto il mondo. Dopo mesi di lavoro, Christophe Clanet, ricercatore capo dello studio pubblicato sul New Journal of Physic, spiego che «ci siamo accorti che la traiettoria di una sfera che gira su stessa può diventare una spirale e che un pallone come quello di Roberto Carlos, scagliato a quasi 120 km all’ora è in grado di rendere ininfluenti la gravità e la resistenza dell’area. Platini e Beckham – proseguì – non avrebbero potuto fare una cosa del genere. Per “l’equazione del brasiliano” serve una potenza rara e la palla deve stare poco oltre la linea di centrocampo. Senza queste due componenti – forza e distanza – il risultato non arriva».

Carlo Perigli

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