VIDEO L’Isis brucia piante di marijuana

Questo video amatoriale pubblicato on line mostra esponenti dell’Isis incendiare piante di marijuana vicino Aleppo, in Siria.

COME IL MULLAH - Non è la prima volta che in Medio Oriente si prendono provvedimenti del genere nei confronti della marijuana. Il programma delle Nazioni Unite per il controllo delle droghe uscito nell’autunno del 2011 sosteneva che in Afghanistan la produzione di oppio era crollata di colpo del 94 per cento, da 3276 tonnellate a 185. Il merito era del Mullah Omar, leader spirituale dei talebani tanto disprezzati in occidente. La produzione di oppio venne stata dichiarata «contro le regole dell’Islam» e dunque vietata nelle zone sotto il controllo dei talebani. Con l’arrivo degli americani però le cose cambiarono. Come recitò l’ansa: «L’estensione delle coltivazioni di oppio è passata dai 154 mila ettari nel 2012 a 209 mila nel 2013 (+36%), superando il precedente record del 2007. Di conseguenza, la produzione di oppio, da cui deriva l’eroina, ha raggiunto la quota di 5500 tonnellate nel 2013 (+49% rispetto al 2012)». Insomma, gli occidentali che dovevano portare la democrazia, hanno riportato l’oppio.

UK CON GLI USA? - Per quello che riguarda l’Isis, ieri il Guardian ha rivelato che il Primo Ministro britannico David Cameron starebbe progettando di parlare a Obama e agli leader della Nato della possibilità che la Gran Bretagna si unisca agli Stati Uniti negli attacchi aerei per distruggere le basi dell’Isis. L’occasione sarebbe il vertice che si svolgerà in Galles la prossima settimana. Mentre Washington cerca di costruire una coalizione multinazionale per sostenere l’espansione di attacchi aerei contro i jihadisti, i quali potrebbero estendere agli obiettivi in Siria, il Primo Ministro britannico è tornato a lavorare a Downing Street per intensificare i piani per un piano d’azione di emergenza da concordare al vertice Nato. Il piano si concentrerà sulle nuove minacce poste dall’Isis in Iraq e Siria e sul conflitto tra Russia e Ucraina il cui presidente, Petro Poroshenko, sarà presente proprio al vertice Nato.

Giacomo Cangi

@GiacomoCangi

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