
Viaggio al centro della mente umana
Una classifica, non solo scientifica, delle dieci menti più affascinanti e curiose della storia
di Mara Guarino
Stati Uniti d’America – A un anno dalla pubblicazione, continua a conquistare curiosi il libro “Nella testa di Steve Jobs”, scritto da Leander Kahney, prestigiosa firma del portale on-line Wired.com. In effetti, per gli amanti della tecnologia, Steve Jobs è un guru, che ha completamente cambiato il modo di concepire video, musica e telefonia: in una parola, Jobs è Apple.inc. Diventa d’obbligo domandarsi cosa abbia di tanto speciale il cervello di quest’uomo che, dal nulla, ha creato un impero.
Se Kahney immagina di viaggiare nella mente dell’inventore di Ipod, in passato, c’è chi ha osato di più: alcuni cervelli sono stati fatti letteralmente a pezzetti, sezionati allo scopo di capire le ragioni dell’intelligenza. Nasce così la neuroscienza, interdisciplina di medicina, biologia e psicologia, dedita all’indagine sulle connessioni tra la morfologia dell’encefalo e la sua fisiologia. L’obiettivo è comprendere come mai siamo in grado di pensare. E perché alcuni lo sappiano fare meglio di altri.
Ecco dunque che Wired propone una classifica di altre 9 menti illustri, che hanno contribuito allo sviluppo delle neuroscienze.
9- Leonardo da Vinci
Pittore, architetto e inventore, Leonardo fu anche un eccellente anatomopatologo. I suoi disegni sono ritenuti le prime illustrazioni mai realizzate del corpo umano. Affascinato dal rapporto tra gli organi di senso e il cervello, scoprì la retina e il nervo ottico
8- Phineas Gage
A causa di un incidente sul lavoro, questo ferroviere è diventato uno dei casi clinici più dibattuti di fine ‘800. Gage riuscì infatti a sopravvivere miracolosamente ad un tubo di ferro che gli aveva attraversato la parete frontale del cranio. Anche i suoi tempi di recupero furono eccezionali. Con un unico neo: la personalità dell’uomo ne risultò totalmente cambiata. L’operaio timido ed educato aveva lasciato posto ad una persona irascibile, asociale e senza freni inibitori. Per gli studiosi dell’epoca, era la conferma definitiva del fatto che il cervello è sede di emozioni e capacità relazionale
7- Vladimir Lenin
In Russia, la sua genialità era così indiscussa che il suo cervello fu studiato già a partire dal 1925, un solo anno dopo la sua morte. L’onore toccò al Moscow University Neurological Institute che, dopo anni di sezioni, rivelò la motivazione di processi mentali così acuti: i neuroni piramidali della corteccia cerebrale erano più larghi e numerosi del consueto
6- Sofia Kovalevskaya
Matematica, scrittrice e paladina dei diritti delle donne, vanta il primato della prima cattedra femminile in Europa, presso l’Università di Stoccolma. Inevitabilmente, fu anche il primo encefalo del gentil sesso ad essere sezionato, sempre in Russia. La dissezione evidenziò un cervello particolarmente largo e voluminoso
5- Hans Delbruck
Fondatore della storiografia militare moderna, Delbruck è noto ai più soprattutto per la citazione nel film “Frankenstein Junior” di Mel Brooks. E’ infatti dello studioso tedesco il cervello che dovrebbe essere inizialmente trapiantato nella “creatura”. Mai scelta fu tanto azzeccata, visto che anche il figlio Max ha poi dimostrato un’intelligenza notevole, vincendo nel 1969 il Premio Nobel per la medicina
4- Frankenstein
O forse dovremmo dire Mary Shelley, la scrittrice di questa straordinaria storia sui confini tra scienza e fantascienza. La sua idea di creare la vita trapiantando un encefalo in un corpo funzionante continua ad affascinare e ispirare, dopo oltre due secoli
3- Albert Einstein
E’ il cervello per eccellenza: non a caso, fu sezionato in 240 frammenti, già 7 ore dopo la morte dello scienziato. Le ricerche di Thomas Harvey, medico del Princeton Hospital, furono poi riprese dalle più prestigiose università americane, concordi nel ritenere che l’organo non fosse particolarmente grande. Molto sviluppati erano però i lobi parietali, sede delle espressioni intellettuali più fini, tra cui le facoltà matematiche. La mancanza della scissura del Silvio e l’abbondanza di cellule gliali suggerivano inoltre un’efficiente compenetrazione dei circuiti neuronali
2- John Nash
Vincitore del Nobel nel 1994 grazie alla Teoria dei giochi, Nash è il simbolo del connubio genio e sregolatezza. Capace di calcoli complicatissimi, lo studioso fu colpito in giovane età da una schizofrenia, che lo ha a lungo illuso di lavorare segretamente per un’organizzazione governativa. Una storia di successo ma anche di grandi tormenti e paranoie, raccontata nel film “A beautiful mind”, pluripremiato agli Oscar
1- Henry Molaison
Non poteva mancare in classifica l’uomo incapace di ricordare. Affetto da gravi crisi epilettiche, l’uomo subì nel 1953 l’asportazione di un frammento di tessuto nervoso, insieme al quale perse anche la capacità di accumulare nuovi informazioni. Da quel momento, ha dunque vissuto la stessa identica giornata, fatta di analisi e test neurologici, senza neppure rendersene conto. Ritenuta il più importante caso clinico della neuroscienza, la vicenda ha ancora una volta ispirato numerosi film, tra cui il bellissimo “Memento” di Christopher Nolan.