
Vagabond: nuovo album per l’artista italo-canadese Parisse
Milano- Valentina Parisse, in arte Parisse, è un’artista italo-canadese, autrice e cantante, che ha deciso di cantare la forza dell’amore nelle sue luci e ombre, attraverso il suo nuovo album “Vagabond”.
Dopo il successo di “Feel Like Runnin” e del singolo successivo “That’s The Way It Goes”, che conferma e supera il successo del primo, entrando (a soli due giorni della sua uscita) nella classifica dei 100 brani più suonati dalle radio italiane, eccola nuovamente sulla cresta dell’onda col suo album di debutto, “Vagabond”, distribuito dalla Sony Music a partire dal 27 settembre scorso.
Album pop, ispirato al sound Motown e Neo-Soul, è stato ideato e scritto da Parisse insieme al produttore Steve Galante: l’idea è quella di un diario/block-notes, in cui le canzoni diventano storie, riflessioni e confessioni di una ragazza che raccoglie le lezioni dei grandi artisti del passato, per rielaborarle personalmente in un mix nuovo di sonorità diverse.
Non potevamo non incontrarla, per scoprire meglio la sua musica e la sua anima da artista.
Partiamo dal titolo dell’album: “Vagabond”. Perché?
E’ un messaggio personale: rappresenta come mi sento dentro, una parte della mia anima e della mia vita di tutti i giorni. Viaggiando molto, cerco sempre di avere la valigia sulla porta: ecco perché “Vagabond”.
Hai dichiarato che questo album rappresenta “la fotografia musicale del mio cammino attraverso la musica, il mio punto di vista sul mondo, il mio modo di raccontare l’amore”: dobbiamo assolutamente parlarne…
Nelle mie canzoni, io parlo dell’amore inteso in senso lato: mi riferisco a quell’amore che comprende l’inseguire i propri desideri, quello che ti piace fare; il poter avere libertà, il poter prendersi questa libertà, amando quello che c’è intorno e facendo quello che ci fa stare meglio.
Se, poi, tutto questo è legato al proprio partner, meglio, ma la vita si compone e si completa anche di tante altre cose.
In questo album, a quale canzone sei più affezionata?
Guarda, avendole scritte personalmente, è difficile dirlo, perché ogni canzone è un pezzetto di me. Ammetto, però, che Vagabond è un pezzo a cui sono particolarmente legata: parlo molto di me in questa canzone e ricordo ancora il momento in cui l’ho scritta. Quando la riascolto, è come guardare una fotografia: sono contenta di esser riuscita a fermare quel momento esattamente come me lo ricordavo.
Hai sempre voluto cantare?
E’ una passione nata da piccolissima: non vengo da una famiglia di musicisti, ma la musica è sempre circolata molto in casa mia. A 14 anni, ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare professionalmente in studio di registrazione e, da lì, ho incominciato a concentrarmi anche sui live.
Il live è una delle parti più stimolanti del mio lavoro: è sempre un’emozione nuova; è come se fosse sempre la prima volta. L’altra sera, mi sono esibita al Blue Note e, quando senti che la tua musica è cantata dalle labbra di chi ti è di fronte, provi un’emozione pazzesca ed indescrivibile: la musica per me è gioia e condivisione.
E, ora, quali sono i tuoi sogni?
Portare questo album in giro, fare tanti live: portare la mia musica il più lontano possibile.
Abbiamo in previsione un tour acustico nei punti Feltrinelli e Fnac, poi faremo anche altri concerti: spero di poter arrivare davvero al cuore delle persone.
Piccola curiosità mia: ma è vero che scrivi poesie?
(Ndr: sorride). E’ vero che le scrivo ed è vero che sono pochissime le persone che le hanno lette, finora: ne sono molto gelosa. Fin da bambina, ho sempre avuto una passione smisurata per la carta: quaderni, block-notes, ecc…e ho sempre portato qualcosa di simile con me. Proprio su questi “compagni” di viaggio, ho impresso le mie poesie.
E non riusciremo mai a leggerle?
(Ndr: sorride, nuovamente). Perché no: magari un giorno sì, con piacere.
Nadia Galliano
Foto || Parole e dintorni, Gianluca Saragò