
Il vademecum del coltivatore urbano
Pratica ormai sempre più diffusa nelle grandi metropoli, dove è ormai raro trovare terreno fertile per coltivare piantagioni di frutta e ortaggi, l’attività (amatoriale, ma che in questo ultimo periodo sta iniziando a diventare una vera e propria professione) dedicata alla costruzione di un piccolo orto urbano casalingo, sul terrazzo o sul balcone di casa, può davvero essere sostenuta da tutti, dati i suoi bassi costi di attivazione e gestione.
Ma anche se semplice, alcune piccole regole da seguire se si desidera diventare dei bravi agricoltori in erba sono necessarie.
Partendo dalla materia prima, è indispensabile sapere cosa si vuole piantare e perché: se si tratta ad esempio di ortaggi e frutta bisogna subito tener conto della diversa tempistica di maturazione delle sementi: in genere, all’acquisto della busta contenente i semi, è sempre mostrato sul retro modalità e periodi per seminare, fertilizzare e di innaffiamento ed esposizione al sole. Se invece l’attenzione è rivolta a piante ornamentali o fiori l’attenzione sarà particolarmente riservata al grado di accordo o disaccordo che alcune fioriture posso avere tra loro: è infatti assodato come alcune specie non riescano a crescere vicino a “colleghi” indesiderati.
La terra è importantissima, soprattutto nelle prime delicate fasi di questa attività: è bene scegliere un terriccio di alta qualità, in grado di sfruttare appieno ogni condizione climatica e che deve sempre essere ben distribuito lungo tutto il perimetro del vaso, che deve essere adeguatamente proporzionato per la crescità di ciò che verà seminato: ricordando che le radici crescono esponenzialmente, è bene scegliere dei vasi inizialmente non enormi per poi passare a contenitori più grandi mano a mano che si procede con lo sviluppo.
Altro elemento importante è lo sfruttamento della luce solare, fondamentale per i processi di fotosintesi clorofilliana ma di difficilie complessità di gestione: specialmente in un caldo periodo estivo come questo, troppa esposizione può addirittura “bruciare” la pianta, ed è doveroso quindi alternare momenti illuminazione diretta ad altri più coperti ma eventualmente più ventilati per far respirare i germogli.
Sull’attrezzatura invece ci si può sbizzarrire con l’ausilio di cesoie, reti (utilissime sopratutto in relazione al problema dei piccioni, che troppo spesso distruggono interi lavori attratti dai semi di cui si cibano o per costruire dei nidi), fertilizzanti (da utilizzare mai in dosi eccessive pena il rischio di uccidere le radici), piccoli timer di autoirrigazione e un calendario per tenere sempre da conto i periodo più fertili e quelli più adatti per nuove inseminazioni.
Ultimo, ma non per importanza è l’antiparassitario per far si che afidi, acari e insetti di vario genere non rovinino un lavoro ben fatto.
E per finire, oltre ad un pò di tempo (bastano veramente dieci minuti ogni giorno), tanto amore per le vostre piante: vedrete che se saranno ben coccolate, cresceranno sane e rigogliose.
Adriano Ferrarato