USA 2012. Sandy devasta New York. Romney contro la Protezione Civile

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ansa.it

New YorkSedici morti di cui 3 bambini e due vittime schiacciata da alcuni alberi caduti. Tanto è costato l’uragano Sandy agli Stati Uniti secondo il quotidiano Usa Today, riportato da Ansa.it. Le vittime si contano in New Jersey, New York, Maryland, North Carolina, West Virginia, Pennsylvania e Connecticut. Attualmente Sandy è stato declassato a “tempesta post-tropicale” mentre i danni prodotti dal suo passaggio hanno devastato tutta la East Cost Usa.

Spiega ancora Usa Today che 6,2 milioni persone sono senza corrente di cui 1,5 milioni nella sola Grande Mela. A partire dai 350.000 individui al buio a causa dell’esplosione di un trasformatore sulla 39ma strada a Lower Manhattan, mentre nel Queens, quartiere di New York, un incendio ha devastato 15 edifici. In tilt anche un generatore del New York Hospital, immediatamente evacuato. La situazione complessiva è peggiore del black out del 2003.

Metropolitana fuori uso: parte dei tunnel sono allagati. Secondo le autorità occorreranno da 14 ore a una settimana perché tutto torni alla normalità. La tempistica dipenderà da quanto le pompe di drenaggio già in funzione riusciranno a smaltire l’acqua filtrata. A Downtown è crollata la facciata di un edificio mentre nel cantiere di un condominio di lusso in costruzione, una gru si è piegata rimanendo in bilico nel vuoto.

Così nella concitazione dell’uragano i centralini del pronto intervento sono stati intasati da una media di 10.000 chiamate ogni mezz’ora mentre il sindaco di New York, Michael Bloomberg ieri lanciava appelli alla cittadinanza: ‹‹Non guidate, lasciate le strade sgombre per far fronte alle emergenze››. Sandy ‹‹é una tempesta pericolosa: la situazione è difficile ma la supereremo insieme, come New York ha sempre fatto››. La maggior parte della popolazione ha seguito le indicazioni e ora che la tempesta ha scaricato il suo potere devastatore, iniziano le prime osservazioni sulla gestione degli interventi e la relativa campagna elettorale Obama-Romney.

A lanciare il sasso ci pensato il New York Times, il quale non perde occasione per attaccare il candidato repubblicano Mitt Romney sul tema che sarà centrale per la prossima settimana, prima del voto: il valore della Protezione Civile. L’unità di crisi Fema, basilare per affrontare calamità come Sandy o Irene l’anno passato.

Il NYT,  nell’articolo Una grande tempesta richiede un grande governo, difende il ruolo dell’agenzia federale: ‹‹Molti americani non hanno mai sentito parlare del National Response Coordination Center. – si legge – Ma devono considerarsi fortunati che esista e operi in giorni come questi di venti e alluvioni letali››. ‹‹Questo centro è l’unità di crisi della Fema, la Federal Emergency Management Agency, la struttura che decide dove i soccorritori devono andare, dove distribuire l’acqua, come aiutare a far evacuare gli ospedali. Il coordinamento degli aiuti in caso di disastri è uno delle funzioni più vitali del ‘big government’ che Mitt Romney vuole eliminare››. Un affondo ai danni del governatore che ricorda un dibattito nel quale Romney disse che queste funzioni dovevano passare ai singoli stati. Anzi ‹‹in mani private sarebbe stato ancora meglio››.

Il passaggio ripreso dall’Ansa è del blog www.potus2012.it. La tesi di Romney era che ogni stato, attraverso la collaborazione di privati, avrebbero potuto coordinare aiuti in maniera più efficace su tutta l’East Cost. Un’idea così convinta che Romney,in quell’occasione, definì ‹‹immorale” che il governo federale pensasse alla sicurezza dei cittadini, aumentando in questo modo il debito pubblico. Poi l’affondo finale del NYT: i repubblicani hanno ottenuto un taglio del 43% nelle borse di studio assegnate dalla Fema e hanno tentato di tagliare il budget e le richieste dell’unità di crisi per far fronte ai disastri.

L’attacco del giornale democratico è forte ma più che altro un ultimo tentativo di risollevare le sorti del presidente uscente Barak Obama. I sondaggi lo deludono. L’ultima rilevazione di Washington Post/Abc dà Romney di un solo punto su Obama: 49%. L’Ipsos, invece, è più ottimistica: 3 punti per Obama ma il risultato è il medesimo, 49%. E sul testa a testa pesa l’incognita grandi elettori Stato per Stato. Lo studio di RealClearPolitics.com spiega che Obama avrebbe sicuri circa 290 grandi elettori, contro i 248 di Romney. Per la vittoria ne occorrono almeno 270 ma il punto interrogativo rimane sempre e ancora l’Ohio. Un sondaggio di oggi dà i due candidati alla pari: 49%. In Virginia, invece, il Washington Post assegna ad Obama 4 punti in più rispetto allo sfidante.

Chantal Cresta

Foto || ansa.it

 

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