
Uomo ucciso e fatto a pezzi: la vittima legata e colpita alla testa
Era vivo ma legato. Poi, dopo averlo imbavagliato, è stato finito con dei colpi alla testa usando un arnese a punta. Sono le prime notizie che giungono dall’autopsia di Renato Chiurco, l’insegnate in pensione di 72 anni, un uomo ucciso e fatto a pezzi senza alcuna pietà. Di lui si erano perse le tracce qualche settimana fa. L’atroce delitto è stato scoperto dagli inquirenti a Trebisacce, in provincia di Cosenza. Gli inquirenti hanno arrestato la figlia Stefania, di 38 anni, che ha confessato di avere fatto a brandelli il padre, ma di non averlo ucciso. Dall’autopsia emerge che l’uomo è stato legato e imbavagliato quando era ancora vivo. Poi, il suo aguzzino, lo ha ucciso con colpi alla testa usando un corpo contundente.
La vicenda – I resti di Riccardo Chiusco sono stati trovati all’interno di alcuni scatoloni nell’abitazione che l’uomo condivideva con la figlia Stefania, il 30 gennaio scorso. Ad allertare vigili del fuoco e carabinieri sono stati alcuni familiari della vittima che non avevano più notizie dell’uomo da giorni. Giunti nell’abitazione, insospettiti anche per il forte odore, hanno ritrovato i resti dell’uomo all’interno di alcuni scatoloni.
La vicenda sarebbe già abbastanza macabra se non si aggiungesse il particolare confessato dalla figlia, Stefania. «Ho fatto a pezzi mio padre, ma non l’ho ucciso io», ha detto alla polizia. La donna ha ammesso di avere martoriato il corpo del padre, ma solo dopo che aver trovato il cadavere già sezionato e nascosto in due sacchi davanti alla porta della sua abitazione. Una storia che ha dell’incredibile.
Gli agenti indagano anche sulla relazione tra padre e figlia. Secondo alcuni vicini tra i due non correvano buoni rapporti. Inoltre, secondo alcuni siti locali, la donna soffrirebbe di disturbi di natura psichica da quando sarebbe deceduta la madre.
Redazione