
Tre pacchetti di sigarette al giorno e muore: 23 miliardi di dollari di risarcimento
Sentenza choc in America: 23,6 miliardi di dollari di risarcimento alla moglie di un uomo morto dopo aver fumato fino a 3 pacchetti di sigarette per oltre 20 anni
Se ve lo state chiedendo: no, non è Lercio. Il signor Michael Johnson è morto a 36 anni per cancro ai polmoni, dopo aver fumato in media fino a 3 pacchetti di sigarette al giorno per oltre 20 anni. Sua moglie Cynthia Robinson ha fatto causa nel 2006 all’azienda produttrice delle sigarette del marito, la RJ Reynolds (produttrice, tra le altre, di Camel, Winston e Pall Mall) e due giorni fa ha incassato il sì alla sbalorditiva sentenza di risarcimento. Una tranche da 16 milioni di dollari di danni da destinare agli eredi, più 23,6 miliardi di dollari (sì, miliardi…) di risarcimento da corrispondere alla vedova, a causa dei gravi atti di negligenza dell’azienda.
3 PACCHETTI DI SIGARETTE AL GIORNO, MA “NON ERA INFORMATO” - La signora Robinson aveva fatto causa alla multinazionale nel 2006, 10 anni dopo la morte del marito per un tumore ai polmoni. L’uomo aveva fumato per più di vent’anni fino a 3 pacchetti di sigarette al giorno. Secondo la vedova era solito accendere una nuova sigaretta con quella che si stava spegnendo, e continuare a fumare. Michael Johnson sarebbe stato inconsapevole dei danni del vizio e la RJ Reynolds avrebbe contribuito alla sua morte, non informando con sufficiente chiarezza i fumatori all’epoca. Uno degli elementi che più di tutti ha convinto la giuria è stato un filmato del 1994 in cui alcuni dirigenti di multinazionali del tabacco smentivano categoricamente i danni del fumo e rigettavano l’idea che le sigarette potessero portare dipendenza. Al contrario, documenti interni di 60 anni fa attestavano già rischi e pericoli del fumo.
MILIONI? NO MILIARDI - La donna inizialmente aveva travisato il verdetto, pur rimanendo felicissima per aver capito che il risarcimento destinatole era di 23,6 million (milioni) di dollari. Gli avvocati le hanno dovuto spiegare invece che il giudice aveva riferito la parola billion (miliardi), e che la cifra del danno era semplicemente scioccante. La RJ Reynolds, seconda nel mondo solo alla Altria Group Inc. (nuova denominazione della Philip Morris), secondo il giudice ha operato correndo il rischio calcolato e consapevole di produrre sigarette senza informare i consumatori dei dati sui possibili danni alla salute in proprio possesso.

Il logo mdella sede della RJ Reynolds (news.yahoo.com)
RISCHIO FALLIMENTO O SENSAZIONALISMO? - La RJ Reynolds Tobacco Company ha attualmente un fatturato di 15 miliardi di dollari. La sentenza è la più alta della storia contro una multinazionale del tabacco. L’azienda sarebbe destinata al fallimento se il pagamento della somma – ritenuta da più fonti una forzatura sensazionalistica del giudice – venisse confermato, e rischierebbero il posto di lavoro circa 100 mila persone. Il vicepresidente della multinazionale, J. Jeffery Raborn, ha annunciato l’appello, ritenendo la decisione della giuria «parecchio oltre il concetto di ragionevolezza e giustizia».
E così, mentre crollano le vendite sia delle classiche “bionde” che delle moderne sigarette elettroniche, alla svolta salutista mondiale si aggiunge una mazzata senza precedenti ad un colosso del tabacco. Difficilmente la sentenza sarà confermata in appello. Male che vada, per i fumatori sono sempre aperte altre strade: a breve entrerà infatti in produzione anche la canna elettronica…
Francesco Guarino
@fraguarino