
Tornano i disordini in Bahrain contro la Formula 1. Gran Premio a rischio?

295 milioni di dollari per correre in Bahrain. Impossibile rinunciare alla gara (foto: latuffcartoons)
Manama (Bahrain) – 17 febbraio. Mancano più di due mesi alla data prevista del calendario per veder sfrecciare le monoposto di Formula 1 sul territorio del Bahrain. A quanto pare, come lo scorso anno in cui il Gran Premio ha rischiato seriamente di saltare dopo l’annullamento del 2011, si starebbe cercando di far tacere le notizie che giungono dal piccolo Emirato, per nulla confortanti, ma la situazione continua a essere tutt’altro che tranquilla.
Il Bahrain è passato in secondo piano, si sono spente le luci sulle vicende della monarchia araba per quasi un anno. Giornali e telegiornali hanno deciso di non parlarne più come se si volessero dimenticare le violenze e repressioni che la popolazione deve soffrire, oppressioni che si fanno più insistenti in occasione dell’arrivo del Circus iridato delle quattro ruote, nella speranza di dare ulteriore risonanza alla protesta. Gli scontri nel paese non si sono mai placati, gli attivisti sono convinti che il governo e la monarchia maltrattino i manifestanti pro-democrazia e queste continue proteste hanno fatto emergere, per il secondo anno di fila, profondi dubbi sulla sicurezza interna del paese per l’incolumità di piloti e addetti ai lavori.
Il Gran Premio del Bahrein, giunto alla nona edizione, non è visto di buon occhio dalla maggioranza sciita e il bilancio è già pesante, dopo gli scontri tra manifestanti e polizia avvenuti in occasione del secondo anniversario della rivoluzione: a perdere la vita è stato un 16enne, Hussain Al Jazeri, ferito con un fucile a pallini durante la protesta del villaggio di Al Daih, ad ovest di Manama, un morto che si va ad aggiungere alle 75 vittime degli ultimi due anni.
Le esequie, alle quali secondo testimoni oculari hanno partecipato diverse migliaia di persone, si sono celebrate nel piccolo villaggio sciita di Sanabis con i poliziotti impegnati a tenere a distanza dal corteo funebre la folla che tentava invece di aprirsi la strada a forza. Le conseguenze sono state inevitabili: numerosi i dimostranti rimasti feriti e almeno uno, raggiunto da una scarica di pallettoni, versa in condizioni gravi mentre tra i tanti arrestati si segnalano anche alcuni fotografi di agenzie di stampa internazionali.
Come già è stato per l’edizione 2012, anche per questo campionato la Formula 1 arriverà in un Bahrain dove l’aria sembrerebbe essere già irrespirabile, una situazione che non fermerà la Formula 1: difficile che Bernie Ecclestone e la famiglia reale sunnita Al Khalifa rinunciano a questo appuntamento sportivo, dal momento che il giro di affari intorno al Circus è stimato per una cifra di oltre 295 milioni di dollari.
foto homepage: eurosport.com
Eleonora Ottonello