Thailandia nel caos: si dimette l’opposizione

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Foto via: trtitalian.com

Thailandia nel caos: il Partito democratico thailandese, il principale gruppo dell’opposizione, ha annunciato le dimissioni di tutti i suoi 153 deputati dal Parlamento, decisione maturata al termine di una riunione del direttivo durata tutta la giornata. La notizia è stata annunciata da un portavoce del partito, che non vince un’elezione dal 1992.

INUTILE PROPOSTA DI REFERENDUM – Nelle stesse ore il primo ministro thailandese, Yingluck Shinawatra, ha proposto un referendum sulla legittimità sua carica, dicendosi disposta a dimettersi se la maggioranza del popolo lo desidera. L’offerta arriva alla vigilia della giornata conclusiva di manifestazioni promosse dalla protesta anti-governativa in piazza da oltre un mese, e che la settimana scorsa è degenerata in scontri costati 5 morti e circa 300 feriti nella capitale Bangkok. La proposta di referendum del premier non ha tuttavia impedito la dimissione di tutti i parlamentari dell’opposizione.

LE PROTESTE – Le proteste, iniziate il 31 ottobre, sono promosse da gruppi nazionalisti e monarchici e da attivisti del sud, e sostenuta dal Partito Democratico, prima forza d’opposizione in Thailandia. Nel mirino c’è il governo guidato da Yingluck Shinawatra, sorella dell’ex primo ministro Thaksin Shinawatra, contro il cui “regime” si batte il movimento guidato dal democratico ex vicepremier Suthep Thaugsuban. Thaksin, deposto da un golpe nel 2006 e in esilio dal 2008 per sfuggire a una condanna per corruzione, è considerato la vera mente dell’attuale governo presieduto dalla sorella.

NUOVE MANIFESTAZIONI – Suthep ha proposto la creazione di un consiglio del popolo nominato dall’alto senza andare a nuove elezioni, un a soluzione che riscuote i consensi della borghesia monarchico-nazionalista della capitale e dell’elettorato del sud del Paese, ma che è stata ovviamente giudicata incostituzionale da Yingluck, eletta con ampio margine nel 2011. Thaksin è invece idolatrato dalle classi medio-basse del nord-est rurale e da una classe di nuovi ricchi, di cui rappresenta gli interessi economici. Per la giornata di domani, Suthep ha indetto “una marcia sul governo”, invitando i suoi sostenitori a dirigersi in massa verso il palazzo del governo già assediato una settimana fa.

Foto homepage: asianews.it

Alberto Staiz

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