
Terzo incomodo tra Tavecchio e Albertini? Il commissario
Torna in voga l'opzione commisariamento in Figc, dopo la gaffe razzista del candidato Tavecchio: facciamo due conti, tra nomi e possibilità
Roma – La diatriba per la guida della Figc cambia ancora una volta panorama: se fino a pochi giorni fa sembrava ormai sicura l’elezione di Tavecchio, sostenuto da tutte le leghe, la sua sparata razzista ha rimescolato le carte, facendo salire le quotazioni di Albertini. Ma oggi arriva anche il terzo incomodo, che risponde al nome di commissariamento.
L’ELEZIONE – Per l’elezione del presidente federale serve dapprima una maggioranza qualificata dei 2/3, poi quella semplice: Tavecchio viaggiava tranquillo, sostenuto da Lega di serie A, Lega B, Lega Pro e Lega dilettanti, mentre con Albertini si erano schierati solo allenatori e calciatori, meno del 30% degli aventi diritto. Se non si riuscisse a ottenere un voto utile entro l’11 agosto, però, scatterebbe il commissariamento.
SUPPORTI RITIRATI – Oltre alle invettive politiche di buona parte della sinistra, l’uscita razzista di Tavecchio ha già prodotto risultati interni al consiglio federale: Cesena, Fiorentina e Sampdoria hanno annunciato di ritirare l’appoggio al presidente dei Dilettanti, squadre che si aggiungono a Roma e Juventus, da sempre contrarie al suo nome. La fronda va aprendosi e, nel silenzio di Albertini, cresce l’ipotesi del commissariamento.
AUTODIFESA – Tavecchio non intende farsi indietro, resiste alle pressioni della politica della Fifa e della Uefa, tagliando corto sull’accusa di razzismo: «Io vado avanti, ho apprezzato la diffusa sensibilità dell’opinione pubblica in tema di discriminazione razziale, mi auguro si possa partire proprio da questa sensibilità per dare avvio a un capillare programma di educazione sportiva – ha spiegato il presidente della Lnd – Ho fatto un’uscita infelice, ho sbagliato, e chiedo scusa. Per il mio vissuto posso dimostrare che poche persone hanno fatto quello che ho fatto io per il terzo mondo».
BLOCCO – L’esito del voto, infatti, potrebbe essere un blocco. Se Tavecchio, al netto delle defezioni, non riuscisse a raggiungere il 50% dei voti, ma rimanesse il più votato, Albertini non avrebbe speranza di essere eletto al suo posto. Su questo impasse si inserirebbe il Coni, deputato a dare un capo – provvisorio – al calcio italiano, che a quel punto potrebbe essere chiunque, anche un esterno al movimento.
IN PASSATO – Non sarebbe la prima volta che la Figc viene commissariata. L’ultima occasione fu nel 2006, dopo lo scandalo Calciopoli, quando alla guida delle federazione venne posto Guido Rossi: un commissariamento infelice che, nel mezzo di una serie di violazioni delle norme da parte di molte squadre, fu poi accusato di aver usato pesi differenti per le decisioni, salvandone alcune a discapito di altre.
Redazione