
Terremoto in Nepal: Facebook lancia Safety Check
Facebook lancia il Safety Check per aiutare le vittime del terremoto in Nepal a dare notizie di sé a parenti, amici e familairi
Il disastroso terremoto in Nepal, che ha causato la morte di oltre quattromila persone, ha avviato la mobilitazione umanitaria mondiale a favore della popolazione nepalese, rimasta senza acqua, elettricità e gas e con le reti di comunicazione non funzionanti, tanto che i dottori hanno dovuto approntare le emergenze mediche in strada, con il pericolo di epidemie. Anche il mondo della tecnologia si è messo in gioco per essere d’aiuto alle persone colpite dal terremoto in Nepal: Facebook ha lanciato il Safety Check, uno strumento che consente di localizzare una determinata persona se si trova nel luogo di un disastro naturale, e permette di inviare una notifica a tutti i suoi contatti se sta bene.
IL SAFETY CHECK DI FACEBOOK – Il 25 aprile 2015, data del terribile terremoto di magnitudo 7.9 in Nepal, Mark Zuckerberg ha scritto: «Questa mattina abbiamo attivato un controllo di sicurezza per le persone colpite dal terremoto in Nepal. Si tratta di un modo semplice per far sapere alla famiglia e agli amici che stai bene. Se ti trovi in un’area colpita da un disastro naturale, Facebook ti localizza e ti invia una notifica chiedendoti se stai bene. Rispondi alla domanda così tutti i tuoi contatti avranno tue notizie. Quando accadono i disastri la gente ha bisogno di sapere che i propri cari sono al sicuro. È in questi momenti che essere in grado di connettersi conta davvero».
Il Safety Check di Facebook, ideato per cercare persone scomparse e per rassicurare i familiari delle persone che si trovano in uno specifico luogo a rischio sul fatto che stiano bene, si basa sulla geolocalizzazione: se sei iscritto al social e ti trovi in un luogo dove è accaduto un disastro naturale, Facebook ti localizza e ti manda una notifica, attraverso cui ti chiede se stai bene. Basta premere il pulsante di risposta positiva e la notifica “sto bene” si posiziona in evidenza sulla propria bacheca, in modo che i familiari e tutti i contatti possano vederla. Inoltre, lo strumento Safety Check permette di controllare una lista di contatti che potrebbero trovarsi in una zona a rischio.
Anche Google ha lanciato una pagina per rintracciare i dispersi del terremoto in Nepal: si chiama Google person finder e aiuta a dare o a chiedere notizie sulle persone coinvolte in disastri naturali o umanitari.

La torre Dharahara, patrimonio culturale dell’umanità dell’Unesco, è stata distrutta dal terremoto (www.nationalgeographic.it)
IL TERREMOTO IN NEPAL – Intanto, le notizie che arrivano da Kathmandu e dal resto delle città colpite dal terremoto sono sempre più drammatiche: le autorità temono più di seimila morti. E oltre all’immane tragedia umana, anche il patrimonio culturale dell’umanità è stato gravemente danneggiato: oltre al crollo della Torre di Dharahara, simbolo della distruzione che ha colpito il Nepal, altri otto siti patrimonio dell’umanità si trovano nelle aree colpite dal terribile disastro naturale e sono stati danneggiati. Si tratta di città reali, siti indù e buddisti e il luogo di nascita del Budda, Lumbini.
Mariangela Campo