
Terni, gip rifiuta l’archiviazione. Possibile disastro ambientale
Il giudice per le indagini preliminari, Maurizio Santoloci, ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dal pm. Si ipotizza il disastro ambientale
Prisciano è un quartiere di Terni, sorto a ridosso dell’Ast, la nota acciaieria fino a poco tempo fa al centro di una contesa tra la Thyssenkrupp, proprietaria dello stabilimento, e i lavoratori. Strano ma vero, in questa zona della città nevica, frequentemente, anche quando c’è il sole. Una neve velenosa, carica di cromo e arsenico, che silenziosa si posa su terrazzi e asfalto, in un costante aumento dei malati di cancro. Dopo anni di lotte portate avanti dai residenti, sembra che finalmente qualcosa si stia muovendo, grazie alla decisione del gip Maurizio Santoloci di ordinare ulteriori indagini sulla questione, al fine di valutare un’eventuale ipotesi di disastro ambientale.
L’INIZIO DELL’INDAGINE – L’avvio dell’indagine risale al 2013, con l’ipotesi di reato di ‘lancio di cose pericolose’ nei confronti di Ast e Ilserv, la società che gestisce lo smaltimento delle scorie prodotte dall’acciaieria, in seguito alla presentazione, da parte di cinquantuno famiglie residenti nella zona, di un esposto per accertare gli effetti delle polveri su ambiente, beni e salute. Nel documento consegnato agli inquirenti erano presenti le analisi svolte da un gruppo di periti, che evidenziavano la presenza di sostanze inquinanti, quali cromo esavalente, piombo e arsenico, nell’area di Prisciano così come in altri quartieri che sorgono a ridosso dell’acciaieria. Pericoli per la salute dei cittadini delle zone limitrofe allo stabilimento Ast sono state confermate dallo studio svolto dal medico legale, Giuseppe Edoardo Crapa.
LA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE – Nel marzo 2014 però, il Pm presentava una richiesta di archiviazione, in quanto l’azienda disponeva dell’Aia – l’autorizzazione integrata ambientale. Una posizione che ha causato inevitabilmente la rabbia dei cittadini coinvolti, che prontamente presentavano un’opposizione. Ebbene, con decisione del 10 dicembre scorso, il gip ha respinto la richiesta del pubblico ministero , invitandolo altresì ad eseguire «accertamenti specifici sull’aria delle zone raggiunte dalle polveri, sui terreni e sulla falde situate in prossimità di Prisciano, sui risultati dell’attività di monitoraggio avviata dall’Usl Umbria 2 relativa alla contaminazione di alimenti», nonché «accertamenti epidemiologici ai residenti nel quartiere di Prisciano con acquisizione documentale presso ospedali e strutture sanitarie nazionali».
IPOTESI DISASTRO AMBIENTALE – Secondo il giudice difatti, il fenomeno delle ‘polveri’ di Prisciano «non è un fatto marginale ed isolato, ma è una situazione che coinvolge un’intera area cittadina esposta in via primaria a fenomeni di inquinamento palese e, in secondo luogo, tutti i cittadini della conca ternana». Considerazione che porterà ad allargare le prospettive dell’indagine, ipotizzando, almeno in fase iniziale, il reato di disastro ambientale, oltre alla violazione di alcune norme relative allo smaltimento dei rifiuti presenti nel Testo unico sull’ambiente. La palla passa ora alla procura, che dovrà decidere se opporsi alla decisione del gip o avviare l’indagine.
Carlo Perigli
@c_perigli
foto: umbria24.it