Stato-Mafia: una settimana difficile per il processo

Stato-mafia

Nino Di Matteo (trs98.it)

La settimana che sta per concludersi è stata sicuramente una delle più importanti, almeno fino ad ora, nella storia del processo sulla trattativa Stato-mafia avvenuta nel biennio 1992-1993.

CLIMA TESO - Martedì il Procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo ha commentato così le ultime minacce arrivate dal boss Totò Riina: «Certo che siamo preoccupati per le ultime minacce del boss Riina al pm Di Matteo, di fronte a dichiarati propositi di violenza di Totò Riina sarebbe impensabile non essere preoccupati». Ha poi aggiunto: «Il dispositivo di sicurezza è stato attivato. Gli strumenti in campo sono quelli ritenuti idonei, ma noi continuiamo nella nostra attività e nello svolgimento del processo».

LA MINACCIA DI RIINA - Il giorno dopo, giovedì 10, Di Matteo ha deciso di non partecipare all’udienza del processo che si è svolta a Milano. La decisione è arrivata dopo l’intercettazione di una frase di Riina dal carcere proprio del capoluogo lombardo: «Corleone non dimentica. Tanto sempre al processo trattativa deve andare…».

LA STRAGE DI CAPACI - Nell’aula bunker di Milano, il pentito Giovanni Brusca ha detto: «La volontà di uccidere Falcone per me risale già a prima di Chinnici e per una serie di fatti veniva sempre rinviato». Fu organizzato «per mettere fuori gioco la nomina a presidente della Repubblica di Giulio Andreotti». Brusca ha poi continuato: «Circa 20 giorni dopo l’attentato a Giovanni Falcone, Totò Riina mi disse “si sono fatti sotto, mi hanno chiesto cosa vogliamo per finirla e io gli ho consegnato un papello così”. Era contentissimo. Rina non mi disse a chi aveva dato il papello ma mi fece capire che alla fine era andato a finire a Mancino».

ARRIVA IL CAVALIERE - Ieri, infine, sempre Brusca ha parlato dei contatti con la politica all’inizio degli anni novanta: «C’era interesse a contattare Dell’Utri e Berlusconi per contattare Craxi, che allora non era ancora stato coinvolto in Manipulite, perché intervenisse sull’esito in Cassazione del Maxiprocesso».

Giacomo Cangi

foto: horsemoonpost.com; trs98.it

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