
Stato-mafia: Salvo Lima ucciso perché non mantenne le promesse
Continuano le deposizioni al processo di Palermo sulla trattativa Stato-mafia avvenuta all’inizio degli anni novanta. Ieri ha parlato in videoconferenza il pentito Gioacchino La Barbera.
SALVO LIMA - La Barbera ha ricordato la morte del democristiano Salvo Lima, ucciso da Cosa Nostra il 12 marzo 1992: «Si doveva dare una lezione allo Stato, tutti quelli che avevano fatto delle promesse e che poi non avevano mantenuto, si dovevano uccidere», «Nell’estate del ’92 Cosa nostra decise che si dovevano fare dei danni perché non erano state mantenute le promesse fatte». Quando il pm Francesco Del Bene gli ha chiesto di che tipo di promesse si sta parlando, La Barbera ha risposto: «Promessa come quella che il maxiprocesso in Corte di Cassazione andasse bene. Si sperava in qualcosa di buono per Cosa nostra, come era successo nei tempi, passati ma questo non era successo e quindi si è deciso per fare questi omicidi, come Salvo Lima e Ignazio Salvo ma anche attentati. L’ordine veniva da Totò Riina, a noi lo riferiva Bagarella che faceva da ambasciatore».
PARLA DI MATTEO - Ieri è anche tornato a parlare il pm Nino Di Matteo che ha detto la sua riguardo le ultime intercettazioni delle conversazioni di Totò Riina: «Non si tratta di mere minacce ma di intenzioni omicidiarie a tutti gli effetti dichiarate a un altro detenuto perché vengano messe in pratica fuori dal carcere», «Io credo che Riina comandi ancora ha ancora un gran potere. Non mi sento solo, ho la solidarietà di molti colleghi. Soprattutto, pur essendo legittima la paura, non rimpiango di aver scelto questo lavoro».
LE PAROLE DI RIINA - Nell’ultima settimana sono state rese note alcune intercettazioni di Riina in cui si riferisce a Di Matteo in questi termini: «Questo pubblico ministero di questo processo che mi sta facendo uscire pazzo», «Perché Di Matteo non se ne va, gli hanno rinforzato la scorta e allora se fosse possibile un’esecuzione come eravamo a quel tempo a Palermo con i militari».
Giacomo Cangi
foto: quadernisocialisti.files.wordpress.com; wikimedia.org