‘Sottomissione’: il nuovo provocatorio romanzo di Michel Houellebecq

Michel Houellebecq torna in libreria con il romanzo 'Sottomissione', un'opera provocatoria che immagina un futuro governo islamico nel cuore dell'occidente

Sottomissione Houellebecq

L’autore e la copertina (www.arabpress.eu)

Se la sottomissione fosse l’unica via per essere davvero felici? Se quella libertà e quell’individualismo tanto agognati dagli uomini occidentali non fossero che una strada verso la disgregazione e la solitudine? Mentre abbassare le armi e accettare un’autorità più alta, in cambio di non dover più affannarci alla ricerca di successo e affermazione personale, fosse la soluzione migliore perché l’uomo moderno possa finalmente dare un senso alla propria esistenza? Questo è il pensiero provocatorio che lancia Michel Houellebecq nel suo ultimo romanzo intitolato proprio Sottomissione (Bompiani 2015, «Narratori stranieri», € 17,50).

In un futuro non meglio definito, ma assai prossimo, a Parigi vive e lavora come docente universitario François, studioso di Huysmans. Apatico, depresso e costretto a una vita solitaria e malinconica, interrotta solo da rapporti occasionali con prostitute ed effimere relazioni con studentesse, delle quali crede ogni volta di innamorarsi, ma l’infatuazione non va mai oltre al momento in cui queste lo scaricano sistematicamente, lasciandolo di nuovo nel suo isolamento autoindotto. Ma il protagonista non vive in modo distaccato e fugace solo le relazioni: anche l’entusiasmo per la letteratura lo ha da tempo abbandonato e la vita politica non è mai stata per lui fonte di particolare eccitazione o interesse.

Tuttavia qualcosa ultimamente è cambiato: la Francia è stata travolta da scosse sociali che rischiano di rivoluzionare totalmente il quadro della Repubblica e anche François riesce questa volta a non rimanere indifferente, pur mantenendo la posizione di osservatore. La perdita di punti di riferimento e di valori riferiti alla tradizionale «sinistra», una realtà incapace per lungo tempo di prendere una posizione chiara di fronte all’Europa, unita alla profonda crisi economica hanno causato una radicalizzazione dello scontro politico: da un lato è cresciuto il Fronte nazionale di Marine Le Pen, dall’altro è nata la Fratellanza Musulmana, una nuova forza in grado di raccogliere un consenso non soltanto tra gli appartenenti all’Islam, ma anche negli elettori delusi della gauche. E’ in questo contesto che la Francia si trova a votare il nuovo Presidente della Repubblica.

L’esito delle elezioni è sorprendente: la Fratellanza musulmana si impone con i voti della sinistra democratica che baratta ministeri di scarsa importanza agli occhi occidentali, come quello dell’istruzione, conservando quelli ritenuti fondamentali. Ma non è un baratto prettamente politico: è l’ideologia stessa dell’individualismo e della libertà a scendere a patti con un nuovo concetto di società. Sono i cittadini sia come singoli che come collettività che accettano, nel silenzio e nel torpore, il fallimento di un modello di vita per abbracciarne uno nuovo, basato sulla sottomissione. Lentamente prende forma ciò che era già latente da tempo: la società liberale ha fallito, il popolo ha perso i riferimenti. Molto meglio ritirarsi e barattare la possibilità di scegliere con l’abbandono delle difficoltà di una democrazia lacerata e perdente.

Sottomissione Houellebecq

Michel Houellebecq (www.faz.net)

Per una parte della critica, Sottomissione di Houellebecq è stato un’anticipazione dell’attentato alla rivista Charlie Hebdo. Parzialmente forse è proprio cosi: l’attacco al giornale satirico è stato spesso definito come un attentato terroristico. Ma se visto in un’ottica più ampia, si è invece trattato di un’applicazione della legge coranica, nella sua interpretazione più radicale, sul suolo occidentale. Allo stesso modo l’autore francese immagina un futuro prossimo in cui un Paese dell’Unione Europea affida il proprio governo a un partito musulmano. Tuttavia il libro contiene un messaggio più profondo: la violenza è una condizione quasi necessaria di fronte a un cambiamento epocale, ma non è il mezzo con cui la Fratellanza vince le elezioni e non è il suo strumento di governo.

A voler ben guardare, il romanzo è un attacco non al mondo islamico, ma a quello occidentale: un sistema incapace di fornire linee guida, risposte e valori fondanti ai suoi cittadini e per ciò stesso vulnerabile di fronte a ideologie differenti e al contempo accattivanti. Cosa si può pensare infatti di maggiormente rassicurante di un mondo dove è sufficiente una formula di conversione per ottenere un lavoro? O dove le donne non devono più essere corteggiate e conquistate, ma vengono assegnate dopo un semplice atto di fede?

Si tratta di fantascienza? Forse si. Ma Houellebecq non parte da presupposti lontani dalla situazione reale: la crisi economica sembra non avere una fine, i valori in cui rispecchiarsi sono superati e le tensioni sociali e razziali sono sempre meno latenti. Il sistema liberale e l’Europa stanno vivendo un momento di profondo smarrimento, in cui sempre più spesso tornano alla luce ideologie radicali. E’ davvero impossibile, in un contesto cosi disgregato e complicato, l’ascesa di una forza alternativa e con valori ben radicati, per quanto lontani dal nostro pensiero comune? Solo la storia ci dirà se il filosofo francese avrà avuto ragione o se l’Europa troverà in sé la forza per costruire una nuova identità basata sulla libertà.

Michel Houellebecq, Sottomissione, Bompiani 2015, «Narratori stranieri», € 17,50

Daniele Leone
@DanieleLeone31

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