Skid Row – la recensione di ‘United World Rebellion – Chapter One’

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Gli Skid Row fanno parte di quei gruppi hard rock made in Usa, arrivati al successo alla fine degli anni ’80, di cui ora si sono perse le tracce. Dopo il successo dell’album omonimo e del secondo full lenght Slave to the Grind, uscito nel 1991, il terzo album Subhuman Race era stato sconfitto dall’ondata grunge, decretando la crisi della band. Un successivo litigio tra il bassista Rachel Bolan e il biondo cantante Sebastian Bach sfociò nell’abbandono di quest’ultimo, imitato poco tempo dopo dal batterista Rob Affuso. Gli Skid Row hanno proseguito la carriera assoldando Johnny Solinger alla voce con due nuovi album che non hanno raggiunto nemmeno minimamente i fasti del passato. Esce quindi in questi giorni United World Rebellion – Chapter One, primo di una serie di ep che hanno il proposito di far riguadagnare fama e prestigio alla band del New Jersey, da anni ormai caduta nel dimenticatoio.

Si parte con Kings of Demolition, aperta da un riff massiccio dove la rabbiosa voce di Johnny Solinger è la protagonista assoluta. Un buon brano heavy rock in perfetto stile Skid Row, anche se l’impressione è quella di una canzone costruita con riff già sentiti.

Let’s Go è un altro buon heavy rock, veloce e dinamico nella ritmica punk e travolgente nel prolungato assolo. This Is Killing Me è una buona ballata rock che però non riesce a reggere il confronto con le grandi ballate scritte dagli Skid Row durante i loro primi anni di vita.

Si prosegue quindi con Get Up, un brano che si discosta leggermente dai precedenti – classici brani hard rock – per aggiungere un tocco di modernità, con un risultato però non troppo entusiasmante. Stitches chiude il disco con potenza: un brano dove la ritmica gioca un ruolo fondamentale, costruita attorno al grasso giro di basso iniziale.

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Gli Skid Row (newenglandmusicnews.com)

Che dire. United World Rebellion non è un prodotto malvagio, ma si tratta di un ep che non riesce assolutamente a generare particolari emozioni. I riff sono buoni, ma sembrano gli scarti di registrazione di Slave to the Grind: un’accozzaglia di schemi e motivi già sentiti e molto meglio riusciti in passato. Questo ep sembrerebbe un vano tentativo di ricreare la magia degli esordi, ormai sfumata al pari della vena artistico-compositiva dei componenti della band.

La voce di Johnny Solinger non è malvagia ma nemmeno eccezionale, priva di qualsiasi tratto distintivo. Inoltre, suo malgrado, il nome degli Skid Row sarà indissolubilmente legato al nome e alla voce di Sebastian Bach il quale, anche se non possiede più le sorprendenti doti vocali di gioventù, rappresenta pur sempre un’icona rock che faceva da vetrina perfetta ad una band destinata ad un limpido futuro nell’olimpo dell’hard rock che invece si è lentamente persa con il passare degli anni.

United World Rebellion è un ep destinato ai fan degli Skid Row più oltranzisti. Per tutti gli altri ci sono sempre il debutto omonimo datato 1989 e il granitico Slave to the Grind, dischi di qualità difficilmente raggiungibile dall’odierna incarnazione degli Skid Row.

Alberto Staiz

Foto homepage: www.newenglandmusicnews.com

 

 

 

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