
Siria, Moqdad: «Nessun diktat dalla conferenza di pace»
Damasco – Il vice-ministro degli Esteri siriano, Faysal Moqdad, intervistato dalla tv Ikhbariya, ha fatto sapere che il governo di Bashar al-Assad non «accetterà alcun diktat e non lo accetteranno nemmeno i suoi amici», riferendosi cioè a quegli stati, come Russia e Iran, che continuano a sostenere il presidente nonostante il perdurare della gravissima guerra civile, che ha già fatto oltre centomila vittime.
La situazione siriana dovrebbe essere discussa nel corso di una conferenza di pace ad hoc, che potrebbe tenersi già a giugno durante la riunione del G8 in Irlanda del Nord, salvo essere successivamente riproposta alla riunione del G20, che si terrà proprio in Russia – a San Pietroburgo – nel mese di settembre. Durante i dibattimenti nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Russia ha sempre impedito che venissero approvate decisioni chiare e incontrovertibili contro Assad, e anzi il governo di Mosca continua a sostenere la lotta delle forze governative con il continuo approvvigionamento di armi.
Per Moqdad, inoltre, non c’è alcuna possibilità che Assad presenti dimissioni anticipate, rimandando ogni sua decisione sulla permanenza alla presidenza della Siria alle elezioni presidenziali del 2014. Saranno dunque «il popolo siriano e le urne», a decidere sul destino del presidente.
La Siria è, inoltre, uno dei motivi della recente tensione tra Russia e Stati Uniti d’America, che come gran parte dei paesi occidentali sostiene lo sforzo dei ribelli nel tentativo di rovesciare il sanguinario dittatore, salito al potere nel 2000 dopo la morte del padre, Hafiz al-Assad. Tensione che è stata comunque smentita – o quasi – nell’incontro tra Kerry e Lavrov, e in una lettera che lo stesso Barack Obama avrebbe inviato a Vladimir Putin, nella speranza di normalizzare le relazioni tra i due paesi, sia per quanto riguarda la politica internazionale che la sempre annosa questione degli arsenali nucleari.
Stefano Maria Meconi
@_iStef91