
Siria, l’Italia dice no alla fornitura di armi ai ribelli
Roma – Contravvenendo alla posizione assunta nei giorni scorsi da Barack Obama e da alcuni paesi europei, in primis la Francia, l’Italia ha deciso di opporsi alla fornitura di armi ai ribelli che combattono in Siria contro il regime di Bashar Al-Assad nella sanguinosa guerra civile.
La notizia è stata data dal ministro degli Esteri, Emma Bonino, da sempre impegnata sul fronte internazionale, che ha detto: «Non è il caso di far esplodere una vera polveriera fornendo ulteriori armi in una regione già piena di armi, in una zona di grande conflitto tra sciiti e sunniti e con implicazioni regionali importanti».
Intervenendo a Radio 24, la Bonino ha avuto anche parole per il giornalista de La Stampa, Domenico Quirico, rapito da alcuni mesi e sulla quale sopravvivenza erano avanzate numerose notizie. «La notizia che abbiamo, almeno fino a qualche giorno fa, è che Domenico Quirico è vivo, e continuano tutte le ricerche attraverso i canali diplomatici e dei servizi e con contatti con vari gruppi».
Molto difficile è trovare un contatto con i responsabili del rapimento dell’inviato, a causa della zona nella quale si troverebbe, quella di Al-Qusayr, a poca distanza dalla città di Homs e dal confine con il Libano, e nella quale si tengono scontri e battaglie con cadenza quotidiana tra lealisti e ribelli.
La Bonino ha parlato anche della questione marò, specificando che il processo finale a Latorre e Girone prenderà il via a luglio. «Le indagini finiranno tra poco e a luglio dovrebbe iniziare il processo», ha fatto sapere il ministro, che ha preso l’occasione per accusare il precedente governo Monti, e l’esecutivo di Nuova Delhi, di una «gestione pasticciata» della vicenda, e che una «giusta soluzione» sia vicina.
Stefano Maria Meconi
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