
Siria: 500 arresti e 20 vittime. Contestazioni annegate nel sangue
Amman – Le forze di sicurezza hanno arrestato circa 500 contestatori in tutta la Siria dopo che il governo ha inviato carri armati per cercare di reprimere le proteste a Deraa. Lo ha riferito oggi l’organizzazione siriana per i diritti umani Sawasiah.
L’organizzazione indipendente ha detto di aver saputo che sono almeno 20 le persone uccise a Deraa da quando ieri sono stati inviati i carri armati ma pare che le comunicazioni con la città meridionale siano state tagliate dallo scorso 18 marzo. Qui le proteste contro il presidente Bashar al-Assad incalzano e oramai è impossibile ottenere la conferma di qualsiasi informazione.
“Testimoni sono stati in grado di dirci – continua un funzionario dell’organizzazione siriana – che almeno 20 civili sono stati uccisi a Deraa, ma non abbiamo i loro nomi e non possiamo verificare”. Egli ha aggiunto che è stata confermata la notizia di due morti a Douma, nella periferia di Damasco.
Amnesty International, invece, ha contato almeno 23 vittime dei carri armati che hanno bombardato Deraa in quella che è stata definita “una reazione brutale alle richieste della gente”. Inoltre, il direttore di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa, Malcolm Smart, ha tenuto a precisare che “Utilizzando l’artiglieria contro il suo stesso popolo, il governo siriano ha dimostrato di voler reprimere le proteste pacifiche virtualmente a qualsiasi costo, qualsiasi sia il prezzo in termini di vite di cittadini siriani”.
Chantal Cresta
Foto || www.ansa.it