
Sì viaggiare: Camogli
Aggiunto da chia.jappo il 16/10/2010.
Tags della Galleria Lifestyle, Primo piano, Viaggi
Tags: Abbazia di San Fruttuoso, barche, Basilica di Santa Maria Assunta, Dragonara, Genova, Golfo del Paradiso, golfo del Tigullio, Liguria, mare, Portofino, Rapallo, Recco, San Rocco
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La città dei mille bianchi velieri
di Chiara Albricci
Chi non conosce la Liguria con i suoi splendidi golfi sul mare! Le cinque terre, Portofino, Lerici, Rapallo, Santa Margherita, solo per citarne alcune. E tra queste perle non si può tralasciare certo il piccolo paesino di Camogli, ove hanno soggiornato persino Garibaldi e Nietzsche.
Anche Hollywood non ha resistito al suo fascino, tanto che alcune puntate della soap opera americana Beautiful sono state girate proprio qui.
Questo splendido borgo marinaro si trova in provincia di Genova, nella riviera ligure di Levante. Arroccato tra due promontori è stato abitato sin dal 1000, anno a cui risalgono i primi insediamenti, due secoli dopo protetti e difesi dai pirati dal massiccio castello della Dragonara. Passando dalla dominazione francese, con la conquista di Napoleone nel 1797, fino al Regno di Sardegna nel 1814 e al Regno d’Italia nel 1861, Camogli è sempre stata rinomata per la sua tradizione marinara, la maestria dei suoi naviganti e per i brigantini che hanno solcato i mari di tutto il mondo. Un primato che le è valso il titolo di “Città dei Mille Bianchi Velieri” come conferma il suo stemma: un’imbarcazione e 3 vele latine che si dirige tra i flutti verso la torre d’oro sullo scoglio che sorge dal mare. In alto al centro una stella d’oro circondata da raggi d’argento simbolo della devozione marina.
Usando la terminologia tecnica dell’araldica andrebbe descritto così: “D’azzurro alla nave antica a tre vele latine vogante sopra il mare di verde fluttuoso d’argento verso una torre d’oro, fondata sopra uno scoglio al naturale, questo uscente dal mare nel fianco destro dello scudo con una stella d’oro raggiante d’argento nel punto del cappo”.
Ma storia a parte, molto più curiosa è l’origine del nome del paesino. Diverse le correnti di pensiero sul suo significato: Cumulo o Camulio, ovvero come chiamavano Marte i Sabini e gli Etruschi, oppure Camolio, divinità del sole Gallo-Celtica. Più verosimile forse la teoria che fa derivare il nome dal greco-ligure cam (in basso) e gi (terra). Più fantasiose, ma altrettanto suggestive, le interpretazioni che fanno risalire Camogli a Camuggi, la casa delle mogli, donne che attendevano sole a casa il ritorno dei mariti imbarcati su qualche nave, o ancora Cà a muggi, case a mucchi, per la caratteristica disposizione delle case.
Essa è in effetti assolutamente ineguagliabile. Un anfiteatro di alti palazzi color pastello addossati gli uni agli altri, affacciati sulla promenade prospiciente il mare. Arroccati sulle pendici in rilievo, e quasi a picco della collina retrostante, gli edifici variopinti con le particolari chiazze colorate dette marcapiano servivano ai marinai per ritrovare facilmente la propria abitazione di ritorno dalle battute di pesca. I camoglini sono da sempre stati armatori e a Camogli ha sede la Casa di Riposo dei Marinai, l’Istituto nautico e la società dei Capitani e dei Macchinisti Navali di Camogli.
Il centro storico è la scenografia naturale di fotografie che tolgono il fiato. Un romantico scorcio con ristorantini sulla passeggiata ove provare le famose acciughe o il tonno pescato durante la tonnara, rito storico dei pescatori del posto, o ancora gustare un piatto di trofie al pesto, patate e fagiolini o pansoti alla crema di noci o concedersi il piacere di una frittura di pesce ammirando il panorama.
E come non approfittare delle focaccerie e panifici che offrono una invitante e profumata focaccia o assaporare i camogliesi al rhum, biscotti di cioccolato farcito la cui origine risalgono ai primi del Novecento. Al tramonto poi è l’apoteosi: il borgo si illumina di una luce incantevole, magica. E il tempo sembra rallentare, anzi addirittura fermarsi.
Protagonista del paesaggio è la Basilica di santa Maria Assunta costruita sull’isola e affacciata sul porticciolo, un poco distante dal nucleo del paese. All’interno sono custodite le spoglie di San Fortunato, patrono dei naviganti, festeggiato la seconda domenica di maggio con una processione che porta l’effige del Santo per le strade del paese e culmina con i fuochi artificiali di mezzanotte e i due falò che bruciano sulla spiaggia.
Altre chiese o santuari arricchiscono il territorio: l’Oratorio di San Prospero e Santa Caterina risalente al 1420, il Santuario di nostra Signora del boschetto, l’Abbazia di San Fruttuoso, la Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, la Chiesa millenaria del XIII secolo a Ruta, la Chiesa Parrocchiale di San Rocco, la Chiesa di Nicolò di Capodimonte e il Monastero di San Prospero, santo patrono della cittadina celebrato il 31 agosto.
Gli eventi più caratteristici che hanno luogo durante l’anno, sono eredità di una storia e una tradizione tramandata nel corso degli anni. Oltre alla già citata processione è da segnalare la Sagra del Pesce che dal 1952 delizia la vista e la gola dei turisti con una gigantesca frittura di pesce il giorno seguente la festività di San Fortunato. Da non perdere anche, la prima domenica di agosto, la festa della Madonna protettrice dei marinai. La Stella Maris, raffigurazione a mosaico ritrovata nella chiesa di San Nicolò a Capodimonte, è condotta sul Dragun, la barca cerimoniale di Camogli, dall’altare di Punta Chiappa scortata dal chiarore delle torce delle imbarcazioni e dai lumini che i turisti depongono in mare.
Tre sono le frazioni: Ruta per la quale passarono Dante Alighieri, Petrarca, Santa Caterina da Siena, Re Vittorio Emanuele II, la Regina Margherita di Savoia e persino il Duce; San Fruttuoso e San Rocco, famoso per il monumento al fedele amico dell’uomo, il cane.
Più altre località come Boschetto, Castagneto, Pissorella, San Prospero e gli agglomerati di Bana, San Giacomo, San Nicolò e Sant’Anna
Numerose sono le mete raggiungibili nei dintorni attraverso suggestivi sentieri a picco sul mare che si inerpicano nella montagna, in un’area marina protetta. Ad esempio il sentiero delle batterie, dove l’esercito costruì fortificazioni ai tempi della seconda guerra mondiale; quello che dalla frazione di San Rocco in un’ora raggiunge la vetta di Portofino, offrendo una splendida vista del golfo di Genova, o quello che da Porta Pidocchio porta a Punta Chiappa, o ancora quello che conduce all’Abbazia di Portofino, raggiungibile esclusivamente a piedi o con il traghetto.
Favolosi itinerari tra marte e monti, storia e cultura.
FOTO via: http://www.golfoparadiso.info; http://www.mediaquality.it; http://www.camogliroberto.it/; http://www.turistaonline.net; http://www.leggievai.it