Serie A, le pagelle 14° giornata: la Juve si piega al Milan, il Napoli sale

Milan 6,5 – Juventus 5

Non è lecito dire che il rigore erroneamente concesso al Milan vada a bilanciare il ben più grossolano errore commesso sul gol non concesso a Muntari. È lecito, però, chiedersi cosa sia passato nella testa di Rizzoli nei secondi immediatamente successivi al “tocco di ascella” di Isla. Superate  tutte le possibili congetture, è il campo a parlare. Ed il campo parla di un Milan capace di sfoderare la miglior prestazione possibile con gli uomini a propria disposizione e di una Juventus colpevole di sfoderare la peggior prestazione possibile con gli uomini a propria disposizione. La forza della Juve targata Conte è figlia di un’aggressività atletica e tattica in grado di supplire all’assenza del tanto sospirato top player. Quando Isla rimbalza sistematicamente su Costant (non Maldini), Vucinic è in formato “partita scapoli-ammogliati”, Vidal girovaga per il campo senza vederla mai, allora la Vecchia Signora torna ad essere una squadra normale in un match che non è per niente normale.

 Cagliari 5,5 – Napoli 6,5

Una squadra di vertice capace di vincere senza due dei suoi uomini chiave (la definizione “tenori” per il Napoli comincia a diventare fastidiosa), pone una seria  candidatura per la vittoria finale. Non a caso a chiudere il match di un Is Arenas finalmente “sold out”  il terzo degli uomini simbolo di Mazzarri, quell’Hamsik che deciso di legare il proprio nome alla causa azzurra. Il Cagliari non ha per niente demeritato e l’impressione è che la direzione intrapresa con il cambio di panchina sia quella giusta.

Parma 6,5 – Inter 5

In data odierna, sono diversi gli interisti disposti a barattare l’unico punto raccolto all’indomani della vittoria storica allo Juventus Stadium con qualche punticino in più. L’Inter scesa in campo al Tardini è sembrata svogliata e senza grosse idee, con diversi uomini (Alvarez e Coutinho su tutti) fuori forma e fuori posizione. Il Parma, invece, è sceso in campo in maniera accorta e organizzata, con rapide ripartenze guidate dall’ex di turno Biabiany e da Sansone, autore di un gol di quasi “maradoniana” memoria.

Palermo 7 – Catania 5

I tabù sono fatti per essere smentiti, anche e soprattutto nel calcio. Stavolta, però,  la legge non scritta per cui un derby venga sistematicamente vinto dalla squadra che, alla vigilia, era data come sfavorita viene confermato e sottoscritto dal Palermo di Gasperini. Una squadra con il coltello tra i denti, con un Miccoli capace di entusiasmarsi nelle gare che mettono in palio molto più dei semplici 3 punti.  Il coltello fra i denti è evidentemente mancato al Catania, apparso stranamente imbolsito e rallentato.

Torino 6,5 – Fiorentina 7

Bella, giovane e anche rabbiosa: compare, dunque, un terzo aggettivo alla possibile lista da dedicare alla Fiorentina targata Montella. I viola, che finora hanno mostrato il miglior calcio della serie A, mettono in  campo attributi finora nascosti e nemmeno necessari, almeno fino alle 16 di domenica 25 novembre. A tirarli fuori è il Torino di mister Ventura che, alla ormai abituale immagine di squadra unita, aggiunge una rinnovata verve sotto porta.

Atalanta 6 – Genoa 6,5

Una boccata d’ossigeno per il Genoa e per Del Neri; una caduta veniale e non preoccupante per l’Atalanta e Colantuono. Si può sintetizzare così un match in cui gli orobici fanno la partita e i rossoblu portano a casa i 3 punti, grazie alle parate di un ritrovato Frey ed al gol di Bertolacci. La moviola dirà che l’Atalanta è stata anche penalizzata dall’arbitro ma si tratta di punti persi per strada che una squadra come quella messa in campo da Colantuono negli ultimi due anni sarà in grado di somatizzare in tempi record.

Chievo 6 – Siena 6,5

Classica partita da bassa classifica in cui la paura di perdere prende il sopravvento sul desiderio di scacciare il più lontano possibile una diretta avversaria per la lotta per la salvezza. Il Siena mostra sicuramente qualcosa in più e, grazie all’ennesimo risultato utile consecutivo, riesce ad agganciare il gruppone che fino a maggio lotterà per restare nella serie che conta. L’effetto del cambio di panchina per il Chievo sembra essere svanito: a Corini il compito di trovare nuovi stimoli.

Lazio 6,5 – Udinese 5

Ora che l’Udinese è uscita dall’Europa League potrà ricominciare a dire la propria anche  in campionato. Affermazione corretta ma valida solo dalla prossima settimana. Per il momento la squadra di Guidolin viene letteralmente schiantata dalla Lazio di Pektovic che si aggrega al trenino delle squadre in lotta per l’Europa che conta, quella che la stessa Udinese le aveva strappato qualche mese fa.

 Pescara 5 – Roma 6,5

A questo punto delle due l’una: o godersi la scorpacciata di gol che Zeman è assolutamente in grado di assicurare (senza però garantire la vittoria) oppure preferire la  Roma delle ultime due giornate, capace di segnare appena un gol ma di chiudere i match con la propria rete inviolata. L’ Adriatico porta decisamente bene al tecnico boemo che si gode il secondo gol di Destro ma che deve fare i conti con una squadra ancora troppo disattenta e imprecisa sotto porta. Al neo tecnico del Pescara Bergodi spetta una missione ai limiti dell’impossibile, a partire dalla necessità di registrare quei meccanismi difensivi stavolta graziati da Totti & Co.

Sampdoria 6,5 – Bologna 5,5

Chi non crede all’effetto derby vada a studiarsi le statistiche di Poli che, ormai da anni, bazzicava la massima serie, senza aver mai assaporato la gioia del gol, e che, dopo la rete messa  a segno contro il Genoa, finisce nuovamente nel tabellino marcatori per la seconda volta consecutiva, saldando la panchina di Ferrara e inguaiando quella di Pioli.

Antonio Giordano

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