
Serie A, le pagelle 15a giornata: Napoli, Inter e Lazio all’inseguimento della Juve
Solo una settimana fa si diceva che, nel calcio, gli stereotipi esistono per essere smentiti. Ma è altrettanto vero che, nella maggior parte dei casi, il campo interviene a smentire ogni logica razionale. E allora non è vero che un derby è una partita come tutte le altre, ma trattasi di un match in cui le motivazioni personali acquistano un ruolo decisamente più importante. E allora è normale che tra un Claudio Marchisio, nato e cresciuto all’ombra della Mole, e un Rolando Bianchi, che nel capoluogo piemontese è arrivato solo in un secondo momento, valgano più le motivazioni del primo. L’altro stereotipo dice che un derby lo vince più spesso la squadra data come svantaggiata alla vigilia, ma questa volta il campo ha dato ragione alla squadra più forte.
Catania 5,5 – Milan 6,5
Associare sistematicamente un giovane fuoriclasse (El Sharaarawy) a campioni più affermati (Neymar) o a leggende del recente passato (Van Basten) significa cominciare a spianare la strada per una cessione a suon di milioni. Per il momento, però, il Milan si tiene ben saldo al capocannoniere della serie A capace di colmare a suon di gol le continue incertezze difensive e qualche svista arbitrale a proprio vantaggio. Il Catania non sfodera la stessa grinta di altre occasioni e da segnali di nervosismo (vedi espulsione di Barrientos) francamente ingiustificati.
Napoli 7 – Pescara 5
Rifilare una “manita” al Pescara di questi tempi è pratica assai diffusa (anche se la Juve dimostra di essere ancora più forte avendo segnato 6 reti). Il voto, quindi, va più alla bellezza dei gol (Hamsik e Inler su tutti) e alla sicurezza con cui gioca la squadra di Mazzarri. Lo scorso anno il Napoli aveva la Champion’s e la Juve no. A parti invertite, l’impressione è che il dualismo potrà risolversi solo con temperature primaverili (per la gioia dei tifosi partenopei e di De Laurentis che potrà ricominciare ad avere il San Paolo esaurito).
Lazio 6,5 – Parma 5,5
Il cinismo è la sicuramente la dote maggiore della Lazio formato Petkovic. E la gara di oggi ne è la dimostrazione più evidente. Gli aquilotti continuano a vincere e a convincere, avendo nell’eterno Klose la propria arma migliore. Il Parma di Donadoni mostra sprazzi di bel gioco e fino alla fine mette alle corde la squadra del Presidente Lotito: peccato che le cose più belle il Parma le mostri solo quando lo scarto da recuperare rientra più nella casistica del miracolo che della semplice reazione.
Siena 5,5 – Roma 7
La partita dei controsensi. Da una parte una squadra allenata da un romanista sfegatato ed il cui Presidente ha Roma nel cuore, oltre che nel cognome; dall’altra la squadra della capitale allenata da un boemo, con presidenza made in Usa. A vincere è la squadra che da inizio stagione vive di controsensi: la Roma che sistematicamente passa in svantaggio ma che, con la stessa sistematicità, arriva sottoporta. Stavolta con le geometrie della versione 2.0 di Perrotta, il giovanissimo Florenzi, e la ritrovata verve realizzativa di Destro che, per confermare i controsensi, fino a qualche mese fa indossava la maglia del Siena.
Udinese 7 – Cagliari 5
Era dallo scorso maggio che non si vedeva un’Udinese così bella. Evidentemente era necessario scrollarsi di dosso il peso di un’Europa League che si è prefigurata da subito come un contentino troppo ingombrante. Ora Guidolin può tornare a svolgere il proprio lavoro nel modo a lui più congeniale, senza troppa pressione e con la calma di chi ha tutto da guadagnare. Il Cagliari è solo la copia sbiadita di quanto Pulga era riuscito a garantire nelle primissime uscite.
Genoa 4 – Chievo 6,5
Due pezzi storici della storia recente del Chievo si sfidano per la prima volta: stavolta l’alunno (Corini) batte il maestro (Del Neri). Certo, nessuno poteva attendersi l’exploit dal dente avvelenato Paloschi. Ma una squadra, il Chievo, che di media non riusciva a segnare più di un gol a partita ne fa addirittura 4, mette in seria difficoltà la classifica del Genoa e la panchina di Del Neri.
Bologna 6,5 – Atalanta 5,5
Terza sconfitta consecutiva per l’Atalanta contro un Bologna che le 3 sconfitte consecutive le aveva messe alle spalle qualche turno di campionato fa. Mister Pioli si gode il ritrovato Diamanti e la bella sorpresa Gabbiadini. Colantuono, invece, deve vedersela con una squadra troppo fiacca per essere riconoscibile.
Fiorentina 6 – Sampdoria 6,5
Nono risultato utile consecutivo per la squadra di Montella che paga le assenze pesanti di Jovetic e Toni ma che segna due reti con Savic, capace di sfruttare al meglio due calci piazzati (che ci sia dietro l’impronta di un tecnico abile come l’ex aeroplanino?). Il mezzo punto in più per la squadra di Ferrara è giustificato dal fatto di essere stata l’unica (al pari della Juve capolista) ad uscire indenne dal Franchi.
Inter 6 – Palermo 5,5
Quando le gambe giravamo a mille, l’Inter sembrava imbattibile (chiedere informazioni alla Juve). Non appena la condizione fisica è venuta a mancare, però, la manovra è sembrata meno fluida e convincente. Per fortuna degli interisti, il regalo di Natale anticipato lo confeziona Garcia che insacca la propria rete e dà ossigeno a Stramaccioni, rendendo meno piacevole il ritorno di Gasperini al Meazza.
Antonio Giordano