Se anche la Germania rischiasse? Ora la Merkel appoggia la Francia

Angela Merkel e François Hollande a Milano - (http://tg24.sky.it)

Angela Merkel e François Hollande a Milano – (http://tg24.sky.it)

Berlino - Si avvicina il 29 ottobre, giorno in cui la Commissione UE darà il giudizio finale sulla legge di stabilità francese; prima forte azione che va nettamente contro la linea d’austerità imposta dai burocrati europei con l’appoggio incondizionato della Banca centrale tedesca. Nel frattempo la Germania rischia per la prima volta dopo un decennio la recessione tecnica, due trimestri consecutivi di crescita economica negativa. Sembra quindi che l’effetto quasi decennale delle riforme del governo Schröder stiano per terminare ed ecco quindi il mutarsi della strategia tedesca.

LE MOSSE FRANCESIParigi soffre di una costante stagnazione della propria economia con una crescita economica più o meno azzerata dal 2012. Il nuovo governo Valls ha presentato una legge di stabilità che rinvia di due anni il raggiungimento del deficit al 3 %, e prevede un per il 2015 una soglia del 4,3% del Pil. Inoltre l’aggiustamento strutturale della spesa per il 2015 si fermerà ad un -0,2%, contro il -0,8% previsto da Bruxelles. Il principio applicato sembra quindi uno solo: i francesi hanno già pagato.

L’EX LOCOMOTIVA TEDESCA – Dal canto suo la Germania ha vantato, grazie alle proprie esportazioni, una crescita rigorosa negli ultimi anni, che ha fatto sognare ed inneggiare al pareggio di bilancio. In realtà le cose adesso sembrano peggiorare. Il clima di sfiducia e di mancata crescita presente in Europa non poteva non rallentare la locomotiva tedesca, frenata anche del rallentamento della Cina, primo partner commerciale. La Germania ha infatti accusato un -0,2% nel Pil del secondo trimestre 2014 e probabilmente accuserà un altro contraccolpo nel terzo trimestre. Per trovare un calo della produzione del 25% nel settore automobilistico, anche se riguardante il mese di Agosto, bisogna tornare alla Germania di 30 anni orsono.

L’INCONTRO A BERLINO – Dopo le timide proteste italiane, ci voleva la testa di serie del Club Med Europeo a smuovere definitivamente le acque. Ed ecco quindi che lunedi c’è stato un incontro importante tra i ministri dell’economia e delle finanze di Francia e Germania Michel Sapin, Emmanuel Macron e Wolfgang Schäuble accompagnato da Sigmar Gabriel. Un incontro a quattro dove si è discusso molto e probabilmente si è trovata una mediazione. La domanda dunque sorge spontanea: ora la Merkel appoggia la Francia?

UN PATTO QUASI SEGRETO – I ministri francesi si sono presentati alla riunione con due richieste: una sorta di lascia passare per la propria manovra finanziaria espansiva e il rilancio degli investimenti pubblici in Europa e magari anche in quella Germania che finora ha sicuramente fatto troppo poco per la domanda interna. Se l’ok al bilancio francese è arrivato, i ministri tedeschi hanno invece fatto orecchie da mercante sulla richiesta di maggiori investimenti pubblici: come specificato da Schäuble, infatti, la Germania prenderà misure importanti per favorire gli investimenti si, ma quelli privati, senza creare nuovo debito. Il do us det che volevano i francesi (cinquanta miliardi in tre anni di tagli pubblici garantiti da Parigi e cinquanta miliardi di investimenti pubblici da Berlino in cambio) non è avvenuto, almeno ufficialmente.

Jyrki Katainen (http://static.iltalehti.fi)

Jyrki Katainen (http://static.iltalehti.fi)

L’OPINIONE DI BRUXELLES – Nonostante l’incontro di lunedì però la nuova Commissione Ue non è ancora ufficialmente in carica e quindi il mastino dell’austerità Jyrki Katainen è ancora Commissario europeo per gli affari economici e monetari. Proprio l’ex primo ministro finlandese oggi ha fatto sentire la sua voce chiedendo ufficialmente all’Italia chiarimenti sugli obiettivi di budget 2015 che vanno dati entro domani: una sorta di avvertimento ufficiale, il quale doveva restare segreto ma è stato reso pubblico alla stampa, con buona pace di Barroso. Il commissario si è occupato anche della Francia, facendo trapelare dichiarazioni che vorrebbero l’avvicinarsi di una prossima bocciatura della manovra espansiva del governo Valls.

PROSPETTIVA – Si guarda avanti quindi ed è guerra aperta. Attualmente agli europei non rimane che sperare attonitamente. Le misure di slancio monetario che Draghi ha messo in campo dovrebbero finalmente favorire il credito alle imprese e non un aleatorio rialzo in borsa, come avvenuto in precedenza. La nuova Commissione UE, che si insedia dal 1° novembre, dovrebbe in primo luogo far partire il piano da 300 miliardi di investimenti per la crescita, come annunciato dal neoeletto Presidente Junker; non bisogna inoltre dimenticare gli obiettivi di sviluppo sostenibile da centrare nel 2030, per i quali l’UE deve urgentemente decidere ed implementare un’azione comune. Germania e Francia si sono dati qualcosa in più di un mese per presentare proposte concrete per uscire dalla crisi. Nel frattempo ci sono i PIGS che provano a riprendersi, e l’Italia che prova a rialzarsi dopo più di 20 anni di immobilismo. Nel frattempo la lotta contro il cambio climatico e l’accordo di libero scambio Stati Uniti – UE vanno avanti sottovoce. Sarà vera gloria? Ai cittadini l’ardua sentenza.

Domenico Pellitteri

Fonti: http://tg24.sky.it, http://static.iltalehti.fi

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