
Scajola si dimette e agita l’intero governo
Pochi giorni fa il ministro dello Sviluppo Economico si sentiva con la coscienza a posto e sicuro dell’appoggio del premier Silvio Berlusconi. Ma non ha retto alle accuse e ieri ha annunciato le sue dimissioni
di Sabina Sestu

L'ex ministro Scajola
«Non ho commesso alcun reato – ha affermato il primo maggio il ministro Claudio Scajola al cronista de La Stampa che lo ha intervistato al telefono – non sono indagato». Il ministro è sospettato di aver accettato assegni per pagare un appartamento di 180 metri quadri nei pressi del Colosseo, soldi che proverrebbero dall’imprenditore Diego Anemone, in carcere dal febbraio scorso per lo scandalo sugli appalti del G8. «Ho acquistato quell’appartamento nel luglio del 2004 a Roma, di fronte al Colosseo – continua Claudio Scajola raccontando la sua versione dei fatti – ho pagato solo il prezzo pattuito di 610mila euro. Non ho mai visto assegni di Zampolini».
La versione fornita da Scajola è stata smentita dalle dichiarazioni di Beatrice Papa, una delle due sorelle che ha venduto l’immobile al ministro. «Mi sono stati consegnati all’atto della vendita di un appartamento a Roma in via Fagutale 2 – afferma la donna ai magistrati, quando le vengono mostrate le copie di alcuni assegni circolari – tale atto si è concretizzato presso un ufficio a Roma, credo di ricordare nei pressi di piazza San Silvestro. L’immobile che era in comproprietà con mia sorella Barbara, è stato venduto al ministro Claudio Scajola, per un importo complessivo pari a 1 milione 700 mila euro. Il ministro, nell’occasione della stipula, davanti al notaio Napoleone, mi ha consegnato gli assegni che mi avete mostrato e non so se altri, mentre la restante parte mi è stata data in contanti. Preciso che la stessa quantità di assegni e contanti è stata consegnata a mia sorella. Inoltre, un acconto, se non ricordo male, di circa 200 mila euro in contanti, ci era stato dato in precedenza».

Angelo Balducci
A cui seguono le dichiarazioni fatte dal tunisino Hidri Fathi, ex autista e faccendiere sia di Diego Anemone che di Angelo Balducci, personalità dalla lunga carriera nei lavori pubblici: «Ricordo che in una occasione portai 500 mila euro in contanti all’architetto Zampolini – afferma Fathi ai giudici – questo denaro serviva per l’acquisto di un immobile dietro al Colosseo. Zampolini mi aveva segnalato la necessità che quel giorno fossi puntuale perché si doveva stipulare un atto». Angelo Zampolini è l’architetto sospettato di riciclaggio del denaro ottenuto illecitamente dall’imprenditore Diego Anemone.
Le dichiarazioni delle sorelle Papa e di Hidri Fathi smentirebbero quanto affermato dall’ormai ex ministro per lo Sviluppo Economico. Non si tratterebbe infatti di “soli” 610mila euro, come dichiarato da Scajola nei giorni scorsi. Beatrice Papa ha riconosciuto i 40 assegni circolari che le sono stati consegnati (pari numero di assegni li ha ricevuti sua sorella Barbara), ma afferma di non sapere l’effettiva provenienza del denaro e di non conoscere l’architetto Zampolini. Si parla, infatti, di 80 assegni circolari per un ammontare totale di 900mila euro che non figurano nell’atto di vendita. Da qui la decisione di Claudio Scajola di dimettersi. «Se la casa fosse stata pagata da altri – afferma il 4 maggio il ministro, durante la conferenza stampa con cui annuncia le sue dimissioni – non potrei abitare in un’abitazione pagata da altri».
Ironica la reazione dell’opposizione. Bersani dice di essere «sconcertato» per la storia degli sconosciuti che pagano l’appartamento del ministro: «Forse siamo in presenza di benefattori sconosciuti...» commenta sarcastico. Antonio Di Pietro non fa attendere la sua risposta alla dichiarazione dell’ex ministro: «È una storia che cozza contro la realtà. Qui nessuno di noi ha scritto in fronte “Giocondo“. Scajola vada dai magistrati a spiegare».

L'appartamento comprato da Scajola nel 2004
L’uscita di scena di Claudio Scajola avrà probabilmente effetti su tutto il panorama politico, come afferma Giuliano Cazzola del Pdl: «C’è un’atmosfera brutta, da Caporetto. Un’aria del genere me la ricordo nel 1993: ero capo della segreteria del Psi con Benvenuto e poi tutto precipitò velocemente. Certo, in questi ultimi anni si sono aperte e richiusi tanti apparenti scandali e anche stavolta potrebbe finire così. Ma in giro ho avvertito il timore di una chiusura anticipata della legislatura». E sembra che il vento spiri proprio dalla parte della fine di questo governo , visto che sono 30 i politici coinvolti nell’inchiesta dei Grandi Eventi, degli appalti del G8 e della Maddalena. Tra cui spicca anche il nome di Denis Verdini, coordinatore del Pdl.
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