
Sanremo 2013, buona la seconda
Marc Chagall e Domenico Modugno. Inizia all’insegna dell’arte (quella vera) la seconda puntata del 63° Festival della Canzone Italiana, con un medley di grandi successi del cantante pugliese, forse il più noto al mondo, quali Vecchio frac, Tu sì ‘na cosa grande e Cosa sono le nuvole eseguite da un fantastico Beppe Fiorello, sotto gli occhi commossi della vedova Franca Gandolfi. Il momento magico è, in realtà, una via di mezzo tra un elogio al cantante, che vinse ben quattro festival di Sanremo durante la sua fulgida carriera, e un messaggio pubblicitario, visto che proprio il bel Beppe sarà protagonista della fiction TV Volare, in onda il 18 e il 19 febbraio su RaiUno. Dopo un inizio un po’ deludente dal punto di vista contenutistico, pieno di contestazioni e polemiche, il Festival sembra finalmente riprendersi, mettendo buona carne sul fuoco. Tanti gli ospiti di questa seconda serata , così come tanti sono stati i cantanti in gara. Oltre ai sette big si sono esibiti, infatti, anche quattro degli otto giovani in concorso in questo Sanremo 2013.
Azzeccati, anzitutto, gli ospiti. E’ stata la serata degli israeliani: la bella modella Bar Refaeli ha illuminato finalmente il palco dell’Ariston con la sua presenza (perché, diciamolo, va bene la Litizzetto che strappa qualche risata, ma anche l’occhio vuole la sua parte). La punta di diamante è stata, però, il cantante Asaf Avidan. Il suo Different Pulses è un record di vendite ed è stato pubblicato circa due anni fa, ma è grazie al remix del DJ tedesco Wankelmut che la sua One Day (Reckoning Song) ha raggiunto la fama mondiale. Sul palco dell’Ariston il giovane Avidan ha eseguito la versione originale del brano, lasciando tutti a bocca aperta, tanto da aver spinto Fazio a chiedere il bis e il pubblico sanremese ad alzarsi per una standing ovation. Il merito va alla voce, quella voce che tanto ricorda Janis Joplin e quella forza, quell’energia silenziosa sprigionata da ogni muscolo del corpo del giovane israeliano.
La più scialba, forse, è stata proprio Carla Bruni, che ha presentato il singolo di lancio del suo nuovo album, Chez Keith et Anita, seguito da un siparietto che ha visto protagoniste l’ex première dame francese e Luciana Litizzetto, la quale ha evidenziato con la sua solita comicità le loro evidenti differenze sulle note di Quelqu’un m’a dit, noto pezzo della Bruni. Tanti poi i volti noti saliti poi sul palco con il ruolo di “proclamatori” della canzone vincitrice tra le due presentate da ogni cantante in gara: Max Biaggi, Jessica Rossi (medaglia d’oro olimpica per il tiro a volo), Filippa Lagerback, la nazionale femminile di scherma, Carlo Cracco (lo chef del reality Masterchef in onda su Sky), il presentatore Roberto Giacobbo e un piuttosto spento Neri Marcoré con la sua imitazione –trita e ritrita- di Alberto Angela.
La gara è stata aperta dai Modà, reduci dal grande successo di Arriverà, cantata con Emma Marrone due anni fa e aggiudicatasi il secondo posto. Il gruppo pugliese si è esibito con i brani Se si potesse non morire, passata alla seconda fase, e Come l’acqua dentro il mare. Basti dire che l’assenza della Marrone si è notata, e tanto. Secondo concorrente è stato Simone Cristicchi, vincitore del Festival nel 2007 con il brano Ti regalerò una rosa. Ancora una volta il cantante romano ha dimostrato la sua eccezionale abilità nello scrivere testi ironici ed estremamente intelligenti. Vince La prima volta che sono morto contro la deliziosa Mi manchi, una canzone che ironizza sul tema della morte con una punta di ateismo elogiando i grandi del passato. La terza cantante in gara è Malika Ayane, che ha partecipato per ben tre volte a Sanremo e nel 2010 ha vinto il premio della critica con Ricomincio da qui. I suoi brani sono Niente e E se poi (passata al secondo turno), tutti e due scritti da Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro. Entrambi ben composti e ben interpretati, i brani non hanno fatto altro che confermare la Ayane come possibile vincitrice del Festival. Discutibili invece gli Almamegretta, che tra le melodie reggae di Mamma non lo sa e quelle più melodiche di Onda che vai, scritta da Federico Zampaglione dei Tiromancino ed aggiudicatasi la seconda manche, sembrano davvero poco adatti al Festival.
Ecco poi arrivare Max Gazzè, che con I tuoi maledettissimi impegni, dai toni decisamente più rockeggianti, porta un filo di energia. Energia che esplode con il secondo brano, Sotto casa, una melodia circense che sa di un ballo scatenato sui sampietrini di una piazza romana, e che vince grazie alla sua melodia coinvolgente. Come da tradizione, partecipa anche a questa edizione il cantante vincitore del talent show di Canale 5, Amici. Quest’anno tocca alla bella Annalisa, che con la sua Scintille, scelta per il secondo turno contro la più lenta Non so ballare, dimostra di essere perfettamente all’altezza della situazione e di non temere il pubblico dell’Ariston, più adulto rispetto a quello che di solito la segue. Concludono la seconda manche dei big l’ex giudice di X-Factor Elio e le sue Storie Tese. Vestiti da chierici dalla fronte piuttosto alta, cantano Dannati forever, una canzone che sa di forte critica alla Chiesa Cattolica e ai suoi comandamenti. Il gruppo fa, come gia fu diciassette anni fa con La terra dei cachi, una critica spietata e ironica del sistema, e riesce quasi meglio di Crozza, senza che molti se ne accorgano. La canzone mononota è, senza esagerazioni, il miglior pezzo della serata, se si pensa al grande studio e impegno necessario a realizzare una canzone del genere, effettivamente cantata con una sola nota. Anche qui la critica è d’obbligo: Elio si scaglia con la sua solita e fantastica ironia snob su chi fa musica senza conoscerne minimamente le tecniche. Non hanno potuto esibirsi invece I Ricchi e Poveri a causa del grave lutto che ha colpito il cantante Franco Gatti, che ha perso il figlio ventitreenne ieri mattina e attorno al quale tutto il pubblico dell’Ariston si è stretto con un caloroso applauso.
Se dunque i Big hanno innalzato il livello di questa seconda serata, altrettanto è stato fatto dai giovani. Ha aperto la gara Renzo Rubino con Il postino (Amami uomo), una canzone che lascia di stucco se si pensa che parli di un amore gay, permettendo al tema dell’omosessualità di tornare protagonista del Festival dopo la coppia che durante la prima serata ha silenziosamente gridato la sua volontà di amare senza pregiudizi con leggi che tutelino anche da noi le unioni omosessuali. Dopo Rubino, è stato il turno de Il Cile. Già da tempo sull’onda underground grazie al successo guadagnatosi su Internet, il giovane aretino canta Le parole non servono, un pezzo interessante anche se sembra eseguito da un cavallo imbrigliato e costretto a fare il bravo ragazzo sul palco. Come era prevedibile, passano il turno il giovane Rubino e gli alternativi Blastema.
Energica invece Irene Ghiotto con la sua Baciami? e interessanti i Blastema con Dietro l’ultima ragione, un brano underground che ricorda i Radiohead e regala finalmente un po’ di toni rock. Stasera sarà il turno dei restanti quattro concorrenti della categoria giovani, ai quali seguirà l’esibizione di tutti i big in gara che ripresenteranno la canzone scelta dal televoto e dalla giuria. Saranno inoltre ospiti il cantante Al Bano, Roberto Baggio, il maestro Daniel Barenboim e il gruppo Anthony & The Johnsons.
David Di Benedetti
@davidibenedetti
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