
Russia, omidicio Politkovskaja: processo da rifare
Mosca – Colpo di scena nel processo per l’uccisione della giornalista russa Anna Politkovskaja, assassinata il 7 ottobre 2006 nell’ascensore del suo palazzo, mentre stava rincasando. Per motivi ufficialmente legati a lavoro o salute alcuni giurati hanno dato forfait. Il processo è stato dunque azzerato al fine di nominare una nuova giuria popolare il 14 gennaio. La decisione è stata presa oggi dalla corte di Mosca che stava celebrando il nuovo procedimento, aperto lo scorso giugno.
Al presidente del tribunale è infatti giunta una notifica da parte di tre giurati che segnalava la loro impossibilità a continuare a partecipare alle udienze. Il numero dei giudici popolari è dunque sceso sotto la quota legale di 12, rendendo impossibile la continuazione del processo. La difesa ha ipotizzato che si tratti di una manovra per impedire l’assoluzione degli imputati, anche se non si escludono pressioni di varia natura, considerando il fatto che la giuria era stata nominata solo al terzo tentativo a causa delle rinunce di massa dei candidati.
Cinque le persone imputate nel processo: i fratelli ceceni Rustam, Ibragim e Dzhabrail Makhmudov, il loro zio Lom-Ali Gaitukayev e l’ex dirigente della polizia moscovita Serghiei Khadzhikurbanov. Al termine del primo processo Ibragim e Dzhabrail Makhmudov erano stati assolti per insufficienza di prove insieme a Khadzhikurbanov, mentre Rustam era ancora latitante e Gaitukayev era stato sentito in qualità di teste.
In seguito la corte suprema aveva annullato la sentenza a causa di alcuni gravi vizi procedurali e pochi mesi dopo, in seguito a un ricorso della famiglia Politkovskaja, aveva sospeso il processo bis appena iniziato, inviando gli atti alla procura per unificarli con l’inchiesta sul mandante dell’omicidio (attualmente ancora sconosciuto) e sul presunto killer, Rustam Makhmudov, nel frattempo arrestato in Cecenia. In un processo distaccato, l’ex poliziotto Dmitri Pavliuchenkov, pur collaborando con la giustizia, è stato condannato a 11 anni di carcere duro per aver pedinato la vittima, partecipato all’organizzazione del delitto e fornito l’arma al killer della giornalista celebre per la sua opposizione al presidente della Federazione Russa Vladimir Putin.
Alberto Staiz
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