Rom e detenuto? No conto corrente!
Le banche si rifiutano di aprirgli un conto: è un “cliente indesiderato”
di Benedetta Rutigliano
La Banca d'Italia
ROMA – 400 mila euro: è la cifra che deve riscuotere un detenuto italiano di origini rom, in seguito alla vincita di una causa intentata contro l’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale. Circa otto anni prima di essere condannato per reati contro il patrimonio, l’uomo era caduto nella tromba dell’ascensore dell’appartamento a lui assegnato, proprietà della suddetta Azienda.
Il giovane, che avrebbe diritto al risarcimento dei danni subiti mediante un bonifico bancario sul suo conto corrente, non può però ricevere quel che gli spetta: nessuna banca è intenzionata ad aprirgli un conto, considerandolo un “cliente indesiderato”.
Francesco Corsi, suo avvocato difensore, ha contattato le filiali territoriali di diverse banche: tutte, anche per iscritto (come la Unicredit), hanno rifiutato l’apertura del conto.
Il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, denuncia tale discrimazione, definendola una vicenda “kafkiana”. Ma la sentenza in favore dell’uomo per un abuso subito e riconosciuto dalla legge è, fino a questo momento, rimasta sulla carta perché, dice Marroni, “un autorevole settore della nostra società, il sistema creditizio, ha deciso che quest’uomo è un cittadino diverso dagli altri”. “Per questi motivi – aggiunge - ho chiesto ai miei uffici di acquisire la documentazione degli Istituti di credito che hanno rifiutato l’apertura del conto corrente per segnalarle sia all’Abi che alla Banca d’Italia”.
Intanto il giovane, che sta scontando una pena nel carcere di Velletri e che uscirà entro la fine di quest’anno, ancora zoppica e porta le stampelle per deambulare. Trascinerà con sé i segni di un ingiusto incidente. E’ parte lesa e vincitrice, ma rom e detenuto…quando sarà risarcito dei danni subiti?
