
Roberto Fabbri: un chitarrista romano alla conquista del mondo
Milano- Concertista, compositore, autore e didatta, Roberto Fabbri rappresenta uno dei maggiori esponenti della chitarra classica contemporanea, a livello mondiale: romano, classe 1964, ha suonato in tutto il mondo, collaborando con artisti di fama internazionale del calibro di Ennio Morricone (ne ha aperto il concerto all’arena di Belgrado, nel 2009), affiancando la carriera concertistica ad una notevole attività editoriale.
Nel 2010, vince il prestigioso riconoscimento “Socio de Honor” al “Festival Internacional Andrés Segovia” di Madrid, e il “Premio Speciale Didattica 2010” della casa editrice Carisch, per oltre 150.000 copie vendute dei suoi libri; intanto esce il suo nuovo cd “Beyond”, che ottiene subito un notevole successo, tanto da far parlare di sé sulla più autorevole rivista di settore americana, Soundboard. “Egli è fiammeggiante e tecnicamente sorprendente, sicuramente un piacere per il pubblico. Le sue composizioni variano da quelle spudoratamente belle fino a quelle estremamente esuberanti ed infuocate, spesso con una sensibilità pop”: così, lo definiscono oltreoceano.
Nel maggio 2011, è uscito il suo nuovo lavoro discografico, per chitarra classica, l’album “No Words” e, proprio su questo argomento, abbiamo deciso di fare quattro chiacchiere insieme.
In questo nuovo album, suona l’amore: che cos’è, per lei, questo sentimento?
L’amore è il sentimento che muove le azioni dell’uomo: è il potente propellente che segna le nostre vite. Per questo, ho voluto celebrarlo nei suoi molteplici aspetti, con questo lavoro.
A quali brani dell’album è maggiormente affezionato?
Sicuramente al primo, “Il suo sorriso”, ispirato all’omologa poesia di Pablo Neruda: “Negami il pane, l’aria, la luce, la primavera, ma il tuo sorriso mai, perché ne morrei”, e a “Il cavaliere errante”, ispirato invece alla figura di Don Chisciotte. Questo personaggio mi ha sempre affascinato: nel suo amore per la cavalleria e per la sua Dulcinea, ritrovo analogie con la mia passione per la musica e l’amore per una donna ideale che, come l’eroe di Cervantes, mi porta ad errare per il mondo, “armato” della mia chitarra.
“NO WORDS” si nutre delle atmosfere dei concerti che ha tenuto in tutto il mondo: quali momenti le sono rimasti impressi?
La presentazione al “Guitar Art Festival” di Belgrado, presso l’Istituto Italiano di Cultura: la suite “Balcanica”, che chiude il ciclo delle mie composizioni presenti nel cd, è stata accolta in maniera a dir poco entusiastica.
Ha dichiarato che: “Questo concerto (presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma) segna un momento fondamentale della mia carriera artistica. L’importanza del luogo si lega all’aspetto affettivo della città in cui sono nato, ho studiato e nella quale vivo”. Che cosa la tiene legato indissolubilmente alla sua città eterna?
Essere romani ti conferisce un senso di appartenenza unico. Quando sono in viaggio per il mondo, sapere che poi ritornerò nella mia amata città è estremamente rassicurante. In un certo qual modo, io “esporto” anche la “romanità”: quella particolare visione della vita di chi è nato in una città, che possiede una storia straordinaria.
E, ora, quali saranno i suoi prossimi progetti?
Il Festival Andrès Sgovia di Madrid mi ha commissionato un concerto per chitarra orchestra, in occasione delle celebrazioni per i 25 anni dalla scomparsa del grande chitarrista spagnolo, nel 2012. E’ per me un grande onore, oltre che naturalmente un grande impegno: sarà, quindi, questa la mia prossima sfida, che sfocerà poi in un nuovo cd.
Nadia Galliano
Foto || via paroleedintorni