
Rimpasto di governo: Saverio Romano, un indagato per ministro
ROMA – Fuori Bondi, dentro Galan. Il governo Berlusconi muove le sue pedine sullo scacchiere istituzionale per fronteggiare le molte critiche piovutegli addosso. Il ministero per i Beni Culturali sarà guidato dall’ex ministro per l’Agricoltura, che sostituì l’attuale governatore del Veneto, Luca Zaia.
La vera new entry, però, è Saverio Romano che si installerà proprio nel ministero dell’Agricoltura. Il politico siciliano ha dapprima rivestito cariche interne all’amministrazione del comune di Palermo, poi ha assunto la carica di sottosegretario al lavoro nel terzo governo Berlusconi durante il 2006. Nel 2008, con la condanna definitiva a Totò Cuffaro per concorso esterno in associazione mafiosa, divenne il suo erede politico, con tutte le ombre conseguenti.
INCHIESTE E DUBBI DAL COLLE – Martedì 22, il Giornale di Sicilia ha reso noto la volontà del gip palermitano, Giuliano Castiglia, di non archiviare l’inchiesta che vede il neo ministro indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Ci sarebbe poi, un provvedimento per corruzione, aggravato dal fatto che sarebbe stata finalizzata a favorire Cosa Nostra.
Elementi che hanno suscitato forti dubbi da parte della presidenza della Repubblica. Da una nota del Quirinale emergono tutte le preoccupazioni sul caso: «Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano dal momento in cui gli è stata prospettata la nomina dell’onorevole Romano a ministro dell’Agricoltura, ha ritenuto necessario assumere informazioni sullo stato del procedimento a suo carico per gravi imputazioni». Il neo ministro Romano ha risposto dichiarando il suo «dispiacere» nei confronti della questione sollevata da Napolitano, dicendo poi: «Io sono con la coscienza a posto».
LE CRITICHE DELL’OPPOSIZIONE - Dall’opposizione piovono critiche. «Un indagato per mafia non può fare il ministro» ha detto Massimo Donadi dell’Italia dei Valori. Italo Bocchino di Futuro e Libertà avanza l’ipotesi del ricatto politico: «La posizione di Napolitano dimostra in maniera incontrovertibile che Berlusconi non è più in grado di agire liberamente nella sua attività di governo. Ha dovuto sottostare al diktat dei Responsabili e nominare ministro Saverio Romano nonostante le note e annunciate perplessità del Quirinale».
GARANTISMO DEL GOVERNO – Soddisfazione, invece, da parte di Gianfranco Miccichè, sottosegretario alla Presidenze del Consiglio che è corso in aiuto del premier nel momento del bisogno: «Finalmente da oggi il Sud può contare su un altro suo uomo in Consiglio dei ministri». Dello stesso parere il ministro della Difesa, Ignazio La Russa: «Romano, assolutamente incensurato, ha solo una pendenza in corso, cioè una richiesta di archiviazione di un avviso di garanzia. La Costituzione dice che uno è innocente fino alla Cassazione, ma doversi difendere dalle lungaggini di una richiesta di archiviazione che ancora non è arrivata, mi pare veramente pretendere troppo da chiunque».
Dietro alla nomina di Saverio Romano ricompaiono i dubbi sul “mercato dei deputati”. Il neo ministro entrò a far parte dei «Responsabili» quando gli uomini del Fli si defilavano. Oggi quell’appoggio “esterno” a Berlusconi sembrerebbe essere stato ripagato.
Nicola Gilardi
PICCOLO ANNUNCIO: Aspirante a importante carica nell’attuale governo scilipoti – offre cospicua ricompensa a “giudici associazione per delinquere” e/o “giudici Talebani” e/o “giudici disturbati mentali” disposti a indagarlo per concorso esterno in associazione mafiosa e/o corruzione in atti giudiziari – requisiti indispensabili da inserire nel proprio curriculum vitae per al fine di essere sicuramente candidato.