Riforme, sarà la volta buona?

Presentata la bozza per le riforme. «Serve ampia condivisione» ha dichiarato Napolitano. Letta: «Le riforme istituzionali non siano un abito cucito addosso a Berlusconi»

di Nicola Gilardi

Umberto Bossi

Da decenni ormai se ne parla. Tutti le vogliono, ma nessuno le fa. Si tratta delle riforme istituzionali che cambieranno l’assetto del Paese, speriamo in meglio. Adesso quel momento sembra arrivato. Se il PD si dimostra aperto al dialogo, per il governo i problemi arrivano proprio dalla sua coalizione. La Lega Nord, ringalluzzita dalle vittorie elettorali, è pronta a battersi per guidare la stagione delle riforme.

Fra Bossi e Berlusconi, comunque, sembra essersi stipulato un patto di ferro: il comando delle riforme alla Lega, ma per la giustizia tutti intorno al premier. Una spartizione di poteri, insomma, che sembrano aver placato gli animi nella maggioranza. Intanto è sfumata la corsa leghista per il Ministero dell’Agricoltura lasciato vacante dal neo-governatore del Veneto, Luca Zaia. Ad essere nominato, infatti, sarà Giancarlo Galan del Pdl.

Semipresidenzialismo: È questo uno dei punti dove Berlusconi punta maggiormente. La volontà è quella di un’elezione diretta del capo dello Stato. Necessario sarebbe, poi, un cambiamento della legge elettorale, probabilmente improntato su due turni. Il Pd storce il naso, ma si dichiara comunque pronto a discuterne in Parlamento.

Riduzione dei parlamentari e Senato federale: Questi sono i  temi maggiormente condivisi, sia dalla maggioranza che dall’opposizione. I costi della gestione dello Stato, infatti, dovranno scendere ed il taglio dei parlamentari sembra essere necessario. Il Senato federale, poi, avrà maggiore possibilità di intervento nelle regioni.

Giustizia: Il tema è piuttosto spinoso e presenta molti punti critici. Il primo è quello riguardante l’obbligatorietà dell’azione penale che è prevista dalla Costituzione. Il centrodestra vorrebbe eliminarlo, per dare maggiore potere ai prefetti che potrebbero, così, decidere come intervenire e in quali casi. Poi c’è la separazione delle carriere dei magistrati. La Lega ha già fatto sapere che dirà di no ai pm dipendenti dall’esecutivo, ma ha comunque chiesto di creare una gerarchia dei reati da perseguire. Infine c’è la proposta di Maroni di creare due Csm, cioè due centri di potere che possano controllarsi l’un l’altro.

Fisco: I tratti sono ancora tutti da disegnare, ma tutto ruoterà attorno all’attuazione del federalismo fiscale. Per questo la riforma fiscale non verrà attuata prima di un anno.

Le reazioni a queste proposte sono state abbastanza critiche. I magistrati non sono convinti che i provvedimenti in materia di giustizia possano abbreviare i tempi della giustizia. La creazione dei due Csm, poi, potrebbe formare due correnti contrapposte che porterebbero a dei contrasti interni alla magistratura stessa.

Enrico Letta

Il Pd sembra pronto ad attuare un dialogo costruttivo con la maggioranza, ma sono giunte critiche per la mancata presentazione di una proposta concreta. «Le riforme si fanno in Parlamento, ma finora non vi è alcuna proposta su cui discutere ma solo chiacchiericcio» ha detto Massimo D’Alema. Enrico Letta è stato chiaro, i primi provvedimenti dovranno riguardare le riforme socio-istituzionali a patto che quelle istituzionali non siano «un abito cucito addosso a Berlusconi».

Nelle ultime ore si è vista, poi, un’accelerata da parte della Lega. Il ministro Calderoli ha consegnato già una bozza preliminare a Napolitano. Le parole del Presidente della Repubblica sono state molto decise: «Serve larga condivisione». A questo appello ha risposto prontamente Berlusconi che ha dichiarato:  «È assolutamente auspicabile un incontro con i leader delle opposizioni e io sono pronto».

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