
Riforma del Lavoro: Renzi dà la fiducia e sfida la minoranza Pd
Dopo il sì alla fiducia sul ddl Lavoro, che ha destabilizzato il Pd, il premier Matteo Renzi incontra i sindacati e i vertici dei datori di lavoro italiani
Roma – Il premier Matteo Renzi ha messo la fiducia sul decreto legge che riguarda il lavoro. Stamani, a partire dalle 8.00, il presidente del Consiglio dei Ministri ha incontrato i sindacati e, dalle 9.00, anche i vertici di Confindustria, Rete Imprese Italia e Alleanza per le cooperative, nella Sala Verde di Palazzo Chigi.
I punti affrontati dal premier con i leader sindacali sono stati: l’Articolo 18, il Tfr, il salario minimo, la rappresentanza sindacale e la contrattazione decentrata. Tra le azioni urgenti, ha detto Renzi, bisogna salvare gli stabilimenti di Termini Imerese, l’Ilva di Taranto e l’Ast di Terni. Concludendo l’incontro, Matteo Renzi ha dichiarato che “ci sono sorprendenti punti d’intesa” con i leader sindacali.
MATTEO RENZI A QUINTA COLONNA RIBADISCE LA POSIZIONE DEL GOVERNO SUL JOBS ACT - Intervistato da Paolo del Debbio a Quinta Colonna, programma di approfondimento, il premier si è detto “annoiato” delle chiacchiere che si fanno intorno a “questi tavoloni”: il suo obiettivo, infatti, è quello di concludere le trattative sulla riforma del lavoro con i sindacati, i quali «devono cambiare, devono dare una mano».
Matteo Renzi osserva che, se l’Italia si trova in una situazione così penosa e grave, non è solo colpa dei politici, ma anche dei sindacati. Poi, allude al fatto che i lavoratori non si iscrivono più ai sindacati, proprio perché anch’essi hanno perso il contatto con il territorio e, soprattutto, con le persone.
LA MINORANZA PD – Con la fiducia posta al ddl Lavoro, Renzi ha in qualche modo “sfidato” la minoranza Pd: questo il premier lo sa benissimo, tanto che a Quinta Colonna dichiara, «C’è una parte del Pd che è davvero preoccupata, perché probabilmente non si fida di me. Tuttavia, non mi piace che qualcuno decida di bloccare il processo delle riforme. Ascoltiamo i consigli di tutti, ma tocca a noi decidere».
Anche Forza Italia, nella persona di Giovanni Toti, ha fatto sapere che questa richiesta di fiducia non vedrà il partito votare a favore del governo, nemmeno per aiutare un eventuale ammanco di voti da parte della maggioranza.
LA QUESTIONE TFR – Tra i punti sui quali l’esecutivo sta discutendo stamani con i sindacati, c’è anche la proposta del premier di inserire il Tfr nella busta paga per aiutare i consumi, come dichiara lo stesso Renzi.
«Gli italiani sono divisi – ha detto Matteo Renzi – lo ammetto anch’io. Ma l’ipotesi di dare il Tfr in busta paga su base volontaria, con molta attenzione, si potrebbe fare. A me non piace molto l’idea che per forza lo Stato debba impedire al lavoratore di spendere quei soldi, sono più per la libertà. Noi possiamo dare un po’ più di fiducia e qualche soldo in più in busta paga».
Probabilmente l’idea di fondo del Primo Ministro Italiano è quella di arrivare al vertice Ue di mercoledì, che si svolgerà a Milano, con la bozza della riforma del lavoro approvata, in modo da poterla annunciare agli altri capi di governo europei e ottenere il via libera alla Legge di stabilità che, alla fine di ottobre, verrà valutata da Bruxelles.
Mariangela Campo
@MariCampo81
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