Revenge porn. La prima condanna va a una ragazza

Arriva dall’Inghilterra la prima sentenza diretta contro il reato da “revenge porn”. In Italia al massimo si può querelare per diffamazione

In Inghilterra il reato da revenge porn ha espresso la sua prima condanna (lettera43.it)

In Inghilterra il reato da revenge porn ha espresso la sua prima condanna (lettera43.it)

È una ragazza la prima persona ad essere condannata per la diffusione del cosiddetto “revenge porn”, vale a dire immagini dell’ex partner rese pubbliche per vendetta dopo la fine della relazione. La ragazza è una cittadina inglese e l’azione, per le autorità nazionali, rientra ormai nella categoria dei ricatti a tutto tondo.

CARCERE PER I VENDICATORI – Paige Mitchell, una ragazza inglese di 24 anni, ha subito una condanna ad otto settimane di carcere in seguito alla pubblicazione su Facebook di alcune fotografie che ritraevano la sua ex compagna in pose sessualmente esplicite. La pena, al momento, è stata sospesa, ma rimane la constatazione del primo caso in assoluto di condanna riguardante il territorio specifico del cosiddetto revenge porn.

Per la diffusione non autorizzata di immagini esplicite del proprio partner si può arrivare a subire due anni di reclusione (ladyo.it)

Per la diffusione non autorizzata di immagini esplicite del proprio partner si può arrivare a subire due anni di reclusione (ladyo.it)

LA NUOVA LEGGE – Il giudice del tribunale di Stevenage (Londra), è stato il primo, infatti, ad applicare una nuova legge risalente all’autunno scorso. La legge in questione, in sostanza, punisce penalmente chiunque pubblichi immagini intime del proprio ex partner sul web senza il dichiarato consenso dell’interessato.

Stando a quanto si apprende dalle dinamiche dell’accaduto, l’ex partner della Mitchell ha confermato di averle inviato quelle immagini 14 mesi prima della loro pubblicazione indebita su Facebook, avvenuta lo scorso 12 maggio in seguito ad un forte diverbio tra le due amanti. Le immagini sarebbero rimaste online per circa 30 minuti prima di essere tolte per forte volere della madre di Paige Mitchell.

In Italia al massimo si può querelare per diffamazione (lastampa.it)

In Italia al massimo si può querelare per diffamazione (lastampa.it)

E IN ITALIA? – Anche l’Italia – come, in fin dei conti, mezzo mondo – è affetta dalla sindrome di diffusione virale di revenge porn con tanto di dati sensibili della persona contro la quale ci si vendica. Ma mentre in Inghilterra questa pratica è diventata un reato penale punibile con sentenze che possono condannare gli incriminati fino a due anni di reclusione, nello stivale tricolore tutto ciò non è ancora considerato nemmeno reato. Al massimo, le vittime possono querelare per diffamazione l’artefice della pubblicazione abusiva delle immagini. Nel caso di provenienza sconosciuta, tutto ciò che si può fare è la solita fatidica denuncia contro ignoti.

Foto: ladyo.it / lastampa.it / lettera43.it

Stefano Gallone

@SteGallone

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