
Resistenza e Olocausto. Parola d’ordine? Dimenticare!
Cancellare la titolazione di una piazza al 25 Aprile e interdire la lettura del Diario di Anne Frank nelle scuole. Queste le proposte di un sindaco vicino al Popolo della Libertà e di un deputato leghista
di Laura Dabbene
A poco più di una settimana dal 27 gennaio, Giornata internazionale della Memoria della Shoah, evento di fondamentale importanza per rendere gli orrori del passato un monito per il presente ed una lezione di vita per il futuro, il nostro Paese si distingue per due fatti che, passati più o meno in sordina sui quotidiani, illuminano sul concetto di memoria di certa classe politica.
Un parlamentare della Lega Nord, Paolo Grimoldi, ha presentato al Ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, un’interpellanza per scoraggiare la lettura nelle scuole del Diario di Anne Frank. La richiesta verrebbe a seguito della segnalazione, da parte dei genitori di alcuni bambini di una scuola elementare brianzola, di un gravissimo caso di lettura in classe di alcuni passi in cui la ragazzina “descrive in modo minuzioso e approfondito le proprie parti intime, suscitando inevitabile turbamento”. Tale fatto avrebbe sconvolto gli alunni a tal punto da far sembrare, soprattutto ai preoccupati genitori, che le vallette e veline seminude, che in primissima serata sculettano in faccia ai bambini di tutta Italia, fossero al contrario una manifestazione di sessualità esibita assolutamente congrua all’età dei giovanissimi spettatori.
Pochi credo, di primo impatto, potrebbero citare il passo a cui il deputato leghista si riferisce, né si è in grado di stabilire quanto le descrizioni dell’autrice olandese siano effettivamente minuziose e approfondite, ma certamente chiunque abbia letto il libro, soprattutto se in età scolare, sotto il suggerimento e la guida di insegnanti attenti e preparati, non può non condividere quanto scrive Massimo Gramellini su La Stampa (16 gennaio 2010): “Francamente di quel libro sono sempre state altre cose a turbarmi: per esempio il razzismo, per esempio i nazisti”. A questi si aggiungono, quali fonti di turbamento, il racconto di una reclusione forzata entro spazi angusti, di una vita privata della libertà di uscire e correre all’aria aperta, di un’esistenza segnata dalla paura, ma anche di una joie de vivre poco comune tra chi vive situazioni di forte disagio, che traspare proprio dall’infatuazione di Anne e dalla scoperta, normale oltre che legittima ed obbligata per ogni adolescente, del mistero dell’amore e della sessualità.
Non migliore fortuna è toccata ad un altro caposaldo della storia del Novecento: la Resistenza.
A Pecorara, piccolo centro della Val Tidone, sull’Appennino piacentino, il sindaco Franco Albertini e la sua giunta di centrodestra hanno deciso di mutare la dedicazione della piazza principale: la titolazione al 25 Aprile, giorno della Liberazione, sarà sostituita da quella al vescovo cardinale Jacopo da Pecorara, le cui reliquie stanno per essere riportate in paese. Indignati gli esponenti della sezione piacentina dell’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani Italiani, che, nella persona del presidente Mario Cravedi, dichiarano non solo il loro disappunto per una decisione che giudicano di natura strettamente politica e tesa a “cancellare la memoria della Resistenza”, ma anche la loro intenzione di opporsi ad un’iniziativa illegittima, considerando che per cambiare il nome storico di strade o piazze occorre l’approvazione del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali. Non resta che confidare nel buon senso e nella sensibilità del ministro, Sandro Bondi, forse più attento dei suoi alleati politici al delicato tema del pericolo di revisionismo sollevato da questo fatto.
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Non m meraviglio affatto, che questo sia stato detto da un esponente della lega. Davvero vergognoso…credo ke il diario di anna frank sia un pezzo della nostra storia, purtroppo triste e cruenta, ma non si devono dimenticare certe cose. Nn ha solo valore educativo, ma esso può essere anche letto al di fuori dell’ambito scolastico. Le pagine della descrizione del suo corpo, non sono fonte di turbamento, ma quello che turba è ”l’inumanità”dell’uomo, e che ancora nel nostro paese esiste gente che si scandalizza per cose naturali. Ma abbiamo visto lo skifo che c’è in tv e in giro?
Si sta tentando di proibire e scoraggiare tutto ciò che fa bene al cervello e allo spirito critico. Compito di chi crede in questi valori è continuare a diffonderli e non accettare questo appiattimento, denunciare tutto ciò che rema contro un’Italia libera di pensare e formarsi un’opinione. La capacità di indignarsi e dire no fa paura al potere…e a noi piace tanto fare paura.
in effetti questi 2 episodi erano passati in sordina (nel senso che non ne avevo sentito parlare). l’articolo è stato fonte di riflessione per constatare, nuovamente, l’abominio di questo paese, che non merita neanche più di essere scritto con la maiuscola iniziale…purtroppo.