
Regione Lazio. Si è dimessa la governatrice Renata Polverini
Roma – Al culmine dello scandalo dei fondi pubblici sottratti da alcuni esponenti del Popolo della Libertà dai bilanci della regione Lazio, la governatrice Renata Polverini, eletta nel 2010 da una coalizione di liste civiche e politiche di centro-destra ha rassegnato le dimissioni dalla carica ricoperta.
Per tutto il periodo che intercorrerà da ora sino alle elezioni, che secondo alcune previsioni potrebbero svolgersi nel mese di dicembre, per permettere lo svolgimento della campagna elettorale, la cui durata non può essere minore di 45 giorni e maggiore di 70, sarà il vice-presidente e già assessore alle Politiche del Territorio e dell’Urbanistica Luciano Ciocchetti a svolgere le funzioni di presidente della giunta regionale.
La decisione irrevocabile dell’ex segretario generale dell’Unione Generale del Lavoro, che si era dimessa dalla carica a seguito della vittoria elettorale di due anni fa, ha fatto seguito all’infiammato dibattito nel consiglio di alcuni giorni fa, quando la Polverini, minacciando di dimettersi prima e di azzerare la giunta poi, aveva invitato la maggioranza che la sosteneva ad appoggiare un duro piano di tagli ai finanziamenti per i partiti e al bilancio regionale, oberato da spese fuori controllo che hanno reso la regione una delle più indebitate dell’intero territorio nazionale.
Lo spettro delle dimissioni era stato di nuovo sollevato giorni addietro quando, nel corso di un colloquio telefonico con il programma di approfondimento Mattino Cinque, Renata Polverini aveva fatto sapere di aver richiesto un colloquio al ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, per valutare le condizioni necessarie a portare gli elettori laziali al voto, una volta sciolto il consiglio regionale.
Questo passaggio, a seguito della riforma dell’ordinamento statale approvata con la legge costituzionale 3/2001, è divenuto automatico: in caso di impedimento, rimozione o dimissioni volontarie del presidente della regione, infatti, il consiglio regionale viene sciolto e si procede a nuove elezioni, nella forbice di tempo precedentemente indicata.
Fallita così la mediazione tra presidenza e consiglio regionale, con la Polverini che richiedeva un atto di onestà e chiarezza agli esponenti del partito di Silvio Berlusconi (che l’aveva pubblicamente sostenuta nella grande manifestazione di Piazza San Giovanni a Roma del marzo 2010), termina la IX legislatura del consiglio regionale del Lazio, il primo sciolto prima del termine naturale (fissato in cinque anni), e ci si avvia ad una difficilissima prova elettorale per i partiti, la prima in vista delle politiche del 2013.
Stefano Maria Meconi