Referendum Grecia, le proposte: cosa succede se vince il sì o il no

Referendum Grecia: domenica 5 luglio si vota per un principio di fondo o per un quesito reale? Cosa succede se vince il sì o se vince il no: le proposte

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Alexis Tsipras e Angela Merkel (trend-online.com)

L’unica cosa sicura sul referendum della Grecia è che le carte in tavola verranno cambiate giorno dopo giorno. Non il massimo per una consultazione popolare. Ai cittadini greci, in un atto a metà tra la grande trasparenza e la grande deresponsabilizzazione, verrà chiesto di ergersi ad esperti di economia nel giro di meno di una settimana. E di decidere del proprio destino per almeno il prossimo decennio. Il referendum deciderà di fatto se la Grecia dovrà approvare o meno un accordo per il pagamento del suo debito. Ma la condizioni sul tavolo rischiano di cambiare giorno dopo giorno: il popolo greco potrà decidere con le proprie mani quello per cui – di fatto – solo pochi mesi fa ha eletto il governo Tsipras affinché si facesse carico della decisione?

REFERENDUM GRECIA, TSIPRAS ALLA RICERCA DELLA VOLONTÀ POPOLARE - Alexis Tsipras ha vinto le elezioni a gennaio 2015, con alla base della campagna elettorale il rifiuto delle politiche economiche messe in atto in Grecia dai precedenti governi. Ossia le politiche di austerity concordate con la troika (rappresentanti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale): di fatto Tsipras chiede un referendum non per tastare il polso del paese, ma perché vuole che la Grecia ratifichi la sua scelta di mancato accordo con un “no”. E forte del “no” popolare vuole tornare davanti alla troika per far valere le proprie ragioni.

Ma quali sono le condizioni poste dall’Europa e cosa vuole chiede invece Tsipras? Un articolo del Post ci viene in aiuto, attingendo dal Financial Times per definire quali sarebbero le posizioni che verranno messe sul banco e quelle che, quindi, saranno le due possibili scelte del referendum. Che ora come ora non appaiono su nessuna scheda, nè si conosce il quesito. La Grecia, di fatto, andrà al voto per scegliere un’idea di fondo: accordarsi o meno con l’Europa. 

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Alexis Tsipras (eunews.it)

REFERENDUM GRECIA, SE VINCE IL NO: LE PROPOSTE DI TSIPRAS - Nei documenti pubblicati lo scorso fine settimana dal Financial Times, appare abbastanza delineata la proposta della Grecia. Tsipras chiede una tassa una tantum di un anno del 12 per cento sui profitti ottenuti dalle aziende superiori ai 500 mila euro. Sempre rispetto all’aumento delle tasse alle imprese, il governo greco vuole portare al 3,9 per cento il contributo che le imprese devono versare per le pensioni dei loro dipendenti ed alzare l’aliquota sul reddito dal 26 al 29 per cento.

Le proposte principali di Tsipras sono:

  • Portare l’età pensionabile a 67 anni entro il 2022, anticipandola rispetto al 2036 proposto nei mesi scorsi e al 2025 che aveva proposto all’inizio della settimana.
  • Sostituire l’EKAS (assegno integrativo per pensionati indigenti che porta le pensioni minime a 700 euro) entro il 2018, sostituendolo con un altro strumento non ancora chiarito.
  • Spostare tutto il cibo nella fascia di IVA del 13 per cento, rispetto a quella del 23 per cento dove si trova ora quello non “processato”.
  • Tenere gli hotel nella fascia di IVA del 13 per cento per aiutare l’industria turistica del paese.
  • Creare una nuova aliquota del 6 per cento
  • Mantenere l’esenzione del 30 per cento sull’IVA pagata dagli abitanti delle isole greche, lì dove la vita è più costosa
  • Aumento tassazione sul gioco d’azzardo, sui beni di lusso e diverse altre entrate una tantum.
  • Taglio della spesa militare di 200 milioni (l’Europa aveva chiesto un taglio da 400 milioni)

REFERENDUM GRECIA, SE VINCE IL NO: LE PROPOSTE DELL’EUROPA - I creditori della troika hanno respinto il piano presentato dalla Grecia, sostenendo che i conti non tornano e che le entrate prodotte da diverse misure sono state sovrastimate. In primis l’Europa ha respinto la tassa una tantum sulle imprese reputandola troppo dannosa, mentre ha accettato l’aumento dell’aliquota, ma solo dal 26 al 28 per cento invece che al 29.

Queste le proposte principali dell’Europa:

  • Eliminazione totale dell’EKAS e non sua sostituzione, entro il 2019.
  • Ok ad aumento dell’età pensionabile a 67 anni entro il 2022, anche se ci sono ancora divisioni su aspetti secondari della questione.
  • Ok all’aliquota al 6 per cento per prodotti farmaceutici, libri e biglietti del teatro. Energia elettrica tassata al 13% e non al 23%
  • Cibo processato e ristoranti tassati al 23% e non più al 13%
  • Ok tassa sui beni di lusso, no a sconto IVA alle isole, in quanto gli abitanti delle stesse hanno in media redditi molto elevati.
Grecia ed Europa, un matrimonio che potrebbe finire? (tg24.sky.it)

Grecia ed Europa, un matrimonio che potrebbe finire? (tg24.sky.it)

REFERENDUM GRECIA: UN QUESITO TECNICO POSTO COME UN’IDEA DI FONDO - Il grosso problema, ripetiamo, è che non esiste un testo definitivo del referendum, e probabilmente non esisterà fino alle ultime ore. La Grecia e i suoi cittadini dovranno esprimersi su questioni molto tecniche, ed i tempi per un dibattito sulle due proposte praticamente saranno inesistenti. Non è immediatamente in discussione la permanenza dell’euro, ma in molti fanno notare come, in caso di vittoria del “no”, l’uscita dalla moneta unica sarebbe una scelta quasi obbligata per la Grecia, nonostante Tsipras in campagna elettorale avesse annunciato che la Grecia sarebbe rimasta in Europa e nell’euro. Il rischio bancarotta, d’altra parte, potrebbe essere dietro l’angolo in caso di vittoria del no, se l’Europa in seguito al rifiuto del proprio piano smettesse di erogare aiuti per sanare il debito pubblico. In caso di vittoria del sì, invece, il primo ministro greco verrebbe di fatto contraddetto dal suo popolo, e le opposizioni gli salterebbero al collo chiedendone le dimissioni.

In sintesi: i programmi presentati dal governo greco sono più centrati sull’aumento di tasse, quelli dei creditori puntano più ai tagli di spesa e alla famosa austerity. Nessuno dei due ha apparentemente offerto un piano di riforme organiche a medio o lungo termine. I problemi strutturali della Grecia rischiano di restare inalterati: inefficienza della pubblica amministrazione (abbinata al pensionamento del settore a soli 56 anni), elevatissima evasione fiscale, immobilità del mercato del lavoro. Suonano familiari anche per noi italiani, vero?

Francesco Guarino
@fraguarino

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