Questa settimana nei negozi di dischi: l’ennesimo Jimi Hendrix inedito

Jimi Hendrix (rollingstone.com)

Copertina del nuovo album di inediti a nome Jimi Hendrix, "People, hell & angels" (rollingstone.com)

I preziosissimi tasselli inediti a nome Jimi Hendrix si contano sulle dita di almeno una decina di mani. Molte di meno le uscite ufficiali, vale a dire quelle delle quali lo stesso Jimi (se non aveva ordinato di suo) almeno era a conoscenza in vita. Tra quelle, avrebbero dovuto vedere la luce anche le ancora oggi (più che mai) sospirate registrazioni al fianco di un certo Miles Davis, rimaste chiuse in un cassetto molto probabilmente sotto il marchio Columbia. E invece no, spunta fuori l’ennesimo album postumo comprendente una manciata di registrazioni inedite e nuove versioni con alternative mix o arrangiamenti leggermente differenti rispetto ad altre composizioni rimaste inedite o, talvolta, cavalli di battaglia ascoltati, riascoltati e assorbiti nell’arco di interi decenni. Fatto sta che questo People, hell & angels, in uscita domani 5 marzo 2013 (a tre anni di distanza dal precedente disco di release Valleys of Neptune, se non altro, propone almeno una sorta di “impronta musicale” (così la definiscono critici autorevoli) più o meno capace di lasciar percepire il rinnovamento di stile compositivo che si sarebbe innalzato a nuova se non definitiva consacrazione di una delle menti chitarristiche più geniali di tutti i tempi al di là della storica collaborazione con la sua Experience. Trattasi, dunque, di un coacervo di dodici registrazioni inedite la cui archiviazione evidenzia date comprese tra il 1968 e il 1970, anno della morte dello stesso Hendrix. Il tassello in questione, più che formare gli inesperti interessati, punta più a saziare i cultori collezionisti proponendo, di fatto, le più precise e corpose capacità di arrangiamento maturate dal celeberrimo chitarrista di Seattle nell’arco dei suoi ultimi anni di vita.

In arrivo, invece, dalla contemporaneità e da tutt’altro luogo geografico, in questo caso la Norvegia, non si fanno attendere ad un appuntamento ormai da considerare a tutti gli effetti annuale i signori Motorpsycho i quali, proprio in questi giorni, hanno annunciato l’uscita, nel mese di aprile, del loro nuovo lavoro in studio intitolato Still life with eggplant. Dopo la quasi monumentale esperienza hard-jazz-prog semiorchestrale del precedente The death defying unicorn, dunque, il trio Saether-Ryan-Kapstad torna sugli scaffali dei negozi con un prodotto maggiormente orientato verso una delle tante matrici stilistiche e culturali comuni ad ogni singolo membro, quella prettamente rock, anche se forti del consueto approccio da “happening” che ne contraddistingue, più di tutto, le sempre rinnovabili e strabilianti performance dal vivo. L’album, dunque, vedrà la luce il prossimo 12 aprile grazie alla produzione Stickman Records (quasi di proprietà della band, quindi sinonimo di garanzia dell’ossigenante “facciamo quello che diamine ci pare”) e sarà supportato da un tour europeo che toccherà, come sempre, anche l’Italia per quattro doverose date: Bologna (5 maggio), Roma (6 maggio), Mezzago (MB, 7 maggio) e Roncade (TV, 8 maggio).

Motorpsycho (freakoutmagazine.it)

I Motorpsycho (da sinistra: Bent Saether, Kenneth Kapstad e Hans Ryan), hanno annunciato l'uscita del nuovo album "Still life with eggplant" (freakoutmagazine.it)

Sempre in tema di annunciazioni divino-lisergiche (almeno per i fan delle rispettive band), gli appassionati del puro metal delle origini, in particolare per quanto riguarda il versante “thrash”, saranno estasiati dalla notizia che vuole i signori Slayer in procinto di rilasciare un nuovo album di inediti, attualmente ancora senza un titolo preciso ma in fase di definitiva ultimazione da post produzione. Un dettaglio che non può in alcun modo passare inosservato è il nome dell’addetto alla produzione, nientemeno corrispondente a quello del maestro Rick Rubin, già al lavoro con eminenze quali Metallica, System Of A Down, Danzig, Audioslave, International Noise Conspiracy o Johnny Cash (tanto per citarne qualcuna) nonché padre sia spirituale che, soprattutto, produttivo della stessa band di Tom Araya e soci fin dai tempi del fatidico Reign in blood (1986). Ancora non si conosce una più precisa data di rilascio dell’album ma, se non altro, si ha almeno la certezza di ben tre tappe live in territorio italiano: Padova (15 giugno), Roma (17 giugno), Firenze (18 giugno), Milano (19 giugno).

Infine, tornando alle uscite certe relative a questo periodo discografico, balza alla nostra attenzione il primo disco ufficiale degli Atoms For Peace, ovvero la “superband” (per quanto mai definita così dal diretto interessato) capitanata da un Thom Yorke in libera uscita dai suoi Radiohead (anzi, nata proprio dalle session del suo disco solista, The eraser, del 2009). L’agglomerato formato da (oltre allo stesso Yorke) Flea (Red Hot Chili Peppers), Nigel Godrich (produttore degli stessi Radiohead), il brasiliano Mauro Refosco e Joey Waronker (turnista al fianco degli R.E.M) ha, nella sostanza, seguito le intenzioni del proprio stesso portavoce principale: «Ero stanco del pc – afferma Yorke – e volevo un disco che suonasse più “da band”». Il risultato finale, dopo ben quattro anni di saltuaria gestazione, propone un’ottima miscela di brevi spunti elettronici molto ben amalgamati e inseriti in una complessiva e sapiente gestione di un sound generale molto più (come dire) “suonato” del solito, scelta portata a destinazione anche per tramite di un minimalismo pur denso di ritmiche ben precise, articolate e dettagliate. Da assaporare doverosamente.

Buon ascolto.

(Foto: freakoutmagazine.it / rollingstone.com)

Stefano Gallone

@SteGallone

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