
Questa settimana nei negozi di dischi: esce Trilogia, live reunion dei Litfiba
Ci siamo: è prevista per domani 26 marzo 2013 l’uscita dell’attesissimo documento sonoro che vede immortalati su doppio cd i migliori momenti provenienti dalle due serate milanesi che i Litfiba, freschi di vera reunion, hanno tenuto lo scorso 30 e 31 gennaio presso l’Alcatraz. Si trattava, a tutti gli effetti, del ritorno, sullo stesso palcoscenico, fianco a fianco, di quattro quinti della formazione storica che tanto ha dato (e continua a dare) ai palati mai stanchi dei migliori e più sensibili appassionati di wave anni ’80, genere che, come sappiamo bene, ebbe anche un foltissimo riscontro in sede italiana, in particolar modo nelle città di Firenze e Bologna. Proprio dal capoluogo toscano, infatti, saltavano fuori, nel lontano 1980 personalità del calibro di Piero Pelù, Ghigo Renzulli, Gianni Maroccolo e Antonio Aiazzi, ora, con il supporto di Luca Martinelli alla batteria (dal momento che il dramme storico, Ringo De Palma, dimora in pace nel regno dei cieli), ritornati a recuperare quanto di buono, anzi, ottimo o, meglio ancora, epocale prodotto e diffuso in quella particolarissima e geniale decade. Trilogia 1983 – 1989 Live 2013, allora, è il documento ufficiale che ripropone, in chiave anche abbastanza fedele alle registrazioni dell’epoca, tasselli ormai introvabili se non a suon di centinaia di euro nei mercatini del vinile quali Transea, Guerra o Versante di pari passo con vere e proprie gemme del periodo come Apapaia, Re del silenzio, Gira nel mio cerchio, Tex o Louisiana. Nella sostanza, si tratta di un prodotto a dir poco imperdibile per i più abili di memoria così come per chi non ha mai avuto tempo, modo o voglia di scoprire chi erano realmente i Litfiba.
Rimanendo nell’ambito italiano, per ancor più precisione proprio in toscana, è doveroso segnalare l’esordio da solista del signor Andrea Appino. In molti si chiederanno «e questo, ora, chi diamine è?». Niente timore, c’è del buono: trattasi del leader, nonché storico fondatore, dei fantasmagorici Zen Circus (quale soave poesia destava quell’Andate tutti affanculo datato 2009), giunto al suo primo album in solitario anche se non troppo: diverse sono, infatti, le collaborazioni di prestigio, tra le quali figurano personalità eminenti della scena underground attuale come Giulio Ragno Favero e Franz Valente (direttamente nientemeno che dal Teatro Degli Orrori), Rodrigo D’Erasmo (Afterhours) e Marina Rei, tutti soggetti uniti a fare di Il testamento un agglomerato di cantautorato malato in quanto misto a sfaccettature rock distorte (tipiche della sua stessa provenienza naturale) e fraseggi malinconici pur sempre, però, cuciti a dovere su testi duri e provocatori in ambiti tematici quali la famiglia, l’ego, umano o la schizofrenia. Non a caso, allora, il brano che dona il titolo all’intero album è dedicato, anzi si presenta come una sorta si autobiografia di Mario Monicelli nell’esatto istante in cui decise di porre fine ai suoi giorni.
Espatriando per approdare sulle coste inglesi e, più nel dettaglio, in territori elettronici tra il minimal / ambient e la dance music, incontriamo con sommo piacere i signori Autechre, forti del loro undicesimo long playing in studio intitolato Exai, già da molti giudicato come un capolavoro di non-genere in quanto ennesimo esempio di sacralità compositiva derivante dall’accumulo di riflessioni sonore davvero mai lasciate lì per caso o per chissà quale esigenza produttiva. Tutto è conforme ad un disegno strutturale molto ben definito e lungimirante in questo doppio album per due ore piene di misture continue tra ambient, drill’n’bass, techno e breakcore in dosi talmente esatte da far pensare a chissà quale ambizione di puntare a chissà quali altri obiettivi in un’era in cui, in qualsiasi ambito, è davvero stato detto quasi tutto. Quasi, appunto.
Infine, facendo ritorno ad una certa normalità strumentale hard rock, oltrepassando l’oceano, i cari e mitici Black Crowes regalano a noi comuni mortali nientemeno che il “boxettone” di quattro vinili Wiser for the time, disco registrato dal vivo durante una performance di New York datata 2010 e solo ora arrivato sugli scaffali dei negozi di dischi a proporre ben 26 brani di cui 15 in formato acustico e 11 in normale versione elettrica. La storica band di Atlanta, ad ogni modo, per chiunque non avesse mai pensato di avere a disposizione un giradischi per apprezzare le delizie sonore del dio vinile, ha messo a disposizione l’album in doppio formato digital download.
Buon ascolto.
(Foto: musicpost.it / autechre.ws)
Stefano Gallone
@SteGallone