Questa settimana nei negozi di dischi

Molti di voi conosceranno già gli Incubus, gran bella rock band californiana dal sapore post grunge miscelato ad un funk mai superfluo. Reduce dai passati successi del bellissimo e consacrante Make yourself e dai meno osannati ma ugualmente notevoli Morning view e A crow left of the murder, a cinque anni di distanza dall’ultimo lavoro in studio, Light grenades, l’ensemble capitanato dall’intramontabile frontman Brandon Boyd sembra dover tornare molto presto sugli scaffali dei negozi. Ecco: “sembra”. Già, perché stavolta la band pare proprio non voler svelare tutto subito. Ma stando a quello che si riesce a trafugare in rete, la notizia ufficiale vedrebbe l’uscita estiva di un nuovo lavoro il cui titolo dovrebbe essere If not now, when? Quel tanto circolato Adolescents, dunque, resterebbe il titolo del primo (e buono) oscuro singolo estratto dall’album, degustabile in rete proprio in questi giorni. Non ci resta che attendere.

Altro discorso, invece, per un mostro sacro della storia del rock, in questo caso relativamente all’ambito leggero. Il maestro Paul Simon, infatti, è il diretto interessato di due uscite molto più che degne di nota. La prima, in veste solista, riguarda il nuovo lavoro in studio dal titolo So beautiful or so what: a detta di molti, il disco dovrebbe risultare tra i migliori del periodo più recente dello storico cantautore statunitense. Si espone ad osannarlo un altro mostro sacro che risponde al nome di Elvis Costello, il quale sostiene che “questo pregevole album, profondo e gioioso, merita ampiamente di essere indicato come uno tra i più grandi traguardi di Paul Simon”. Nell’arco di dieci nuovi brani, per circa una quarantina di minuti complessivi, un intero anno intriso di scritture e registrazioni si trasforma in un lavoro definito dallo stesso autore come “il migliore che ho fatto in vent’anni”. Testeremo.

La seconda novità sempre a nome Paul Simon lo riguarda, invece, in duo con lo storico compagni di avventure Art Garfunkel. È in arrivo sugli scaffali dei negozi, infatti, la deluxe edition (in onore dei 40 anni dall’uscita) del celeberrimo Bridge over troubled water di marchio, appunto, Simon & Garfunkel. Quinto ed ultimo disco del famoso duo, l’album ebbe, a suo tempo, un successo mondiale vendendo oltre 20 milioni di copie. Incluso come numero 51 nella lista dei migliori 500 dischi della storia dalla rivista Rolling Stone, l’album torna nei negozi con tutto il fascino di una sorta di testamento artistico compreso in cd + dvd comprendenti le undici canzoni originali, il live del 1969 e lo speciale televisivo Songs of America registrato dalla CBS sempre nel 1969 e mai pubblicato. Il dvd comprende anche il “making of” dell’album, ovvero un “dietro le quinte” relativo alle fasi di registrazione del disco con tanto di interviste e immagini inedite. Insomma: un gioiellino per i già cultori e una possibilità di redenzione per chi non ha ancora testato l’elemento in questione.

Infine, almeno per il momento, è da segnalare il nuovo lavoro in studio dei Raveonettes, importante duo danese di rock alternativo (molto alternativo) attivo dal 2001 e formato da Sune Rose Wagner (chitarra e voce) e Sharin Foo (basso, chitarra e voce). I toni docili e sofisticati di questo nuovo Raven in the grave, orgogliosamente autoprodotto, autoregistrato e autoconcepito dopo la scissione con la Sony e l’ingresso nell’indipendenza della Vice, si conformano ad un intento di rinnovo in sonorità già di per sé innovative nel solo proporre una via altra rispetto alle sperimentazioni da band completa (l’assenza di ritmiche umane, qui delegate ai “beat” di una sottospecie di drum machine prossima all’astrattismo sonoro la fa, come sempre, da padrona). Se si aggiunge, in questo caso, una sorta di percepibile svolta “dark”, il risultato si propone quantomeno interessante da giudicare e, sostanzialmente, da godere con stati d’animo consoni alle aspettative del caso.

Buon ascolto.

Stefano Gallone

 

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