Questa settimana al cinema: terzo capitolo Iron Man

Iron Man 3 (moviesushi.it)

La locandina di "Iron Man 3" (moviesushi.it)

Terminerà nel segno delle aspettative rinfrancate o deluse (si vedrò) per diverse sezioni di appassionati di generi ben specifici questa settimana densa di appuntamenti in sala nel segno sia del mainstream che di un certo tipo di nicchia. Per quanto concerne il primo fattore, senza ombra di dubbio è il terzo capitolo della saga di Iron Man (con Robert Downey jr, Gwyneth Paltrow, Don Cheadle, Guy Pearce) a destare il maggior interesse di (più o meno) grandi e piccini a suon di fantasie narrative e, soprattutto, effetti speciali al limite dello spreco. Diretto nientemeno che da Shane Black (lo sceneggiatore statunitense diventato ultrafamoso a soli 26 anni per aver scritto uno dei pochi action-movie davvero degni di nota, il celeberrimo Arma letale), questo capitolo chissà quanto conclusivo di una ipotetica trilogia sembra dichiaratamente essere posto in essere sui canoni di una ormai consolidata, anzi brevettata, abitudine a scavare (chi più, chi meno, chi per nulla pur volendo) nelle psicologie umane dei più svariati ed eterogenei soggetti fumettistici (il genio di Cristopher Nolan, insomma, pare abbia proprio avviato una specie di moda, ecco). Nel caso del buon Tony Stark, dunque, nuove incombenze portano l’eroe a confrontarsi con il “Mandarino”, un pericolosisismo terrorista proveniente dal Medio Oriente che, dopo aver seminato panico e morte un po’ ovunque sul territorio statunitense, si pone come obiettivo finale, ovviamente, il Presidente. Prima, però, è la volta di villa Stark, da lui completamente rasa al suolo. Iron Man / Stark, così, dovrà affrontare uno dei suoi nemici più duri in assoluto, no prima, però, di essersi ritrovato faccia a faccia con un nemico inaspettato: il demone degli attacchi di panico, perfido antagonista che, di volta in volta, lo priverà di sempre più latenti forze fisiche. Staremo a vedere.

I fan, invece, di un altro genere già nei decenni consolidato e ora (pare) rianimato praticamente fino al midollo (vuoi per tramite dei soliti remake di remake, vuoi per nuove invenzioni pur sempre benefattrici nei confronti dei veri maestri del genere), saranno ben lieti di pagare il prezzo di un biglietto per il nuovo prodotto firmato Rob Zombie, a momenti quasi un nuovo mentore thriller-horror-splatter di (è doveroso dirlo) notevole bravura inventive. Le streghe di Salem, allora (con Sheri Moon Zombie, ancora una volta al fianco del marito, Bruce Davison, Jeffrey Daniel Phillips, Ken Foree), prende come fulcro le vicende legate alla cittadina, appunto, di Salem, nel Massachussets, lugubre luogo in cui, tanto nell’antichità quanto in epoche più recenti, intere generazioni si sono rese protagoniste di episodi di stregoneria con annessa violenta repressione. L’ignara Heidi, dunque, si ritrova ad entrare in contatto con una forza sconosciuta che sembra provenire direttamente da una delle streghe arse al rogo 300 anni prima. Sarà, questo, soltanto l’inizio di una inevitabile e precipitosa discesa negli inferi sia del corpo che della mente. Buon divertimento.

Qualcuno da amare (movieplayer.it)

La locandina del nuovo film di Abbas Kiarostami "Qualcuno da amare" (movieplayer.it)

Di tutt’altro interesse (maggiormente) intellettuale e spirituale, invece, è, senza ombra di dubbio, il nuovo atteso lavoro di uno dei maggiori maestri del cinema contemporaneo, ovvero il genio iraniano che risponde al nome di Abbas Kiarostami, di nuovo in sala con l’esperienza nipponica di Qualcuno da amare (con Rin Takanashi, Tadashi Okuno, Ryo Kase), storia di una giovane studentessa con, al suo fianco, un fidanzato gelosissimo anche o, forse, soprattutto, perché consapevole della predisposizione della sua amante alla prostituzione. Dopo aver discusso animatamente con il suo “gestore, la giovane Akiko accetta comunque di concedersi ad un vecchio professore in pensione. Una volta giunta in casa dell’uomo, abitazione strabordante di libri e cultura intellettuale, tra di loro nascerà una confidente relazione che porterà il professore e la stessa Akiko in una direzione inaspettata, nonché un fidanzato respinto all’esasperazione poiché deciso a sposare la sua amata non ricambiante.

Per quanto riguarda, invece, le produzioni nostrane, siamo alle solite baruffe narrative utili, forse, fino ad un certo punto, pur basate su argomentazioni di certo non di scarso impatto concettuale. Viaggio sola della figlia d’arte Maria Sole Tognazzi (con Margherita Buy, Stefano Accorsi, Fabrizia Sacchi, Gianmarco Tognazzi) prova, nello specifico, ad affrontare il tema del libero arbitrio di realizzazione femminile delineando il personaggio di Irene, un’ispettrice alberghiera esperta in giudizi per alberghi di lusso dal carattere pignolo e scrupoloso. Il suo lavoro si sposa bene col suo stesso stile di vita uniformato al concetto, per l’appunto, di continuo viaggio solitario sia materiale (di città in città) che interiore, elemento, questo, che lascia maturare in lei, giorno dopo giorno, la certezza di star bene da sola, senza alcun bisogno di mettere radici familiari. Ma, naturalmente, dietro l’angolo si nascondono fantasmi di paure e indecisioni che lasceranno in bilico proprio le certezze che la stessa Irene definiva, fino a poco tempo prima, solidamente acquisite.

Buona visione.

(Foto: moviesushi.it / movieplayer.it)

Stefano Gallone

@SteGallone

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