Questa settimana al cinema

Mentre il red carpet del Festival di Cannes continua a srotolare passerelle modaiole distogliendo sempre l’attenzione, per quel poco che basta, dalla vera sostanza della manifestazione, ovvero i film, e fatta eccezione di un genio come Lars Von Trier che proprio non ce la fa ad accettare l’assenza di fischi da giurie e giornalisti per tramite delle sue ultime dichiarazioni (di certo false e votate a raggiungere, come sempre e come tutto nella vita e nella carriera del regista danese), la distribuzione di nuove pellicole sul suolo italiano prosegue, stavolta con più alti che bassi.

Saranno stracontenti i fan della serie (un po’ meno gli esausti giustificabili) dell’approdo (nel vero senso della parola) del quarto capitolo della saga Pirati dei Caraibi (regia di Rob Marshall), giunti, qui, all’episodio Oltre i confini del mare con quasi lo stesso cast riconfermato al seguito di un Johnny Depp che ritrova i panni del fatidico Jack Sparrow, fatta eccezione di una Penelope Cruz al posto della precedente Keira Knightley. La storia, stavolta, si inerpica proprio sulle spalle del buon Sparrow, che si ritrova prigioniero sulla nave di Barbanera dopo essere sfuggito alle guardie del re nel tentativo di liberare il vecchio compagno di mare Gibbs. Artefice della cattura, la bella e inaffidabile figlia dello stesso Barbanera, Angelica, in precedenza sedotta e abbandonata dallo stesso Jack e ora a capo della ciurma di zombie del padre. Il nostro fa dunque rotta verso la Fontana della giovinezza, inserendosi nella squadra di Barbossa, che si finge al servizio della corona d’Inghilterra celando il suo reale obiettivo, ovvero la vendetta su Barbanera, responsabile della gamba di legno che si ritrova. Divertimento e azione per grandi e piccini.

Direttamente da Cannes sbarca Terrence Malick con l’acclamato The Tree of life dal cast stellare capitanato da Brad Pitt e Sean Penn. La storia traccia un’evoluzione di un bambino di undici anni del Midwest, Jack, che inizialmente vive una vita serena, fatta di amore, rispetto e sensibilità. La madre rappresenta, per lui, la via dell’amore e della misericordia, mentre suo padre è una saggia guida per esperienze di vita. Ciascun genitore cerca di ottenere la fedeltà del figlio che, quindi, è chiamato a conciliare le loro richieste. Ma l’oscurità è alle porte: Jack conosce la malattia, la sofferenza e la morte. Jack, allora, diventa adulto. Nel mezzo di un mondo sempre più rapido e moderno, Jack è perennemente alla ricerca di qualcosa di sincero, di immutabile. In grado di sviluppare alti stadi di comprensione, Jack sa perdonare il padre e muovere i primi veri passi sul sentiero della vita con la sola forza della speranza e capace di riconoscere in ogni cosa la sua bellezza nascosta.

Con gioia accogliamo il ritorno sullo schermo della brava attrice Cécile De France, di recente impiegata da Clint Eastwood nel bellissimo Hereafter. Qui, sotto la direzione di Jean-Pierre e Luc Dardenne per Il ragazzo con la bicicletta, è al servizio di una narrazione che eleva a protagonista un ragazzino di dodici anni rifiutato da un padre insensibile. Ripiegato in centro di accoglienza per l’infanzia e affidato alle cure dei suoi assistenti, il piccolo Cyril, reattivo, ravviva la sua lotta contro il mondo intero e contro quel padre indegno e immaturo che ha provato a darlo via assieme alla sua bicicletta. Durante la sua ennesima fuga dal centro di accoglienz, a dunque, Cyril incontra Samantha, una dolce e sensibile parrucchiera che accetta di occuparsi di lui almeno nel fine settimana.

Ritorno sulle scene in cellulosa, poi, per il regista Ron Howard che, con il suo nuovo Il dilemma (con Vince Vaughn, Kevin James, Wynona Ryder), svolta commediografa successiva ai più rinomati deliri ecclesiastici di marchio Dan Brown, alleggerisce decisamente i suoi toni narrativi. Per la consueta (e francamente stancante) serie “lei sta con lui ma ama un altro”, la storia narra delle vicende di Ronny e Nick, amici per la pelle fin dai tempi del liceo e ora soci di una ben avviata ditta di design per automobili. Beth è la ragazza di Ronny, mentre Geneva è la moglie di Nick: quest’ultima viene colta da Ronny in pieno flirt con un amante. Che fare in una situazione simile? Deciso a saperne di più, per il bene dell’amico, Ronny decide di avviare un’indagine personale che finirà per fare della sua vita un tragicomico caos, anche perché sarà portato a scoprire cose che Nick gli ha tenuto nascoste per anni. Riuscirà Ronny a salvare sia una longeva amicizia che un importante rappoto di lavoro? Divertente, vista la stoffa del regista, ma non fondamentale.

In conclusione, è da segnalare una nuova e più consistente esperienza di Jodie Foster dietro la macchina da presa per questo Mr. Beaver, commedia da molti reputata interesante vuoi per il ritorno in scena di Mel Gibson, vuoi per il tema trattato: è possibile uscire dalla depressione grazie ad un orsacchitto parlante? La trama, infatti, si tuffa nella descrizione di Warren Black, presidente di un’azienda di giocattoli sull’olro del fallimento, il quale soffre di una grave forma di depressione. Attraverso “The Beaver”, un pupazzo, Warren riesce a diventare simpaticissimo e a sprizzare energia e vitalità da tutti i pori. Matura nuove ed ambiziose idee, si riappacifica con la moglie ed il figlio piccolo e porta il successo in azienda. Ma incredibilmente, The Beaver comincia a diventare troppo ingombrante e, per di più, pericoloso.

Buona visione.

Stefano Gallone

 

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