
Questa settimana al cinema
Reduce dalla sessantacinquesima edizione del Festival del Cinema di Cannes, l’ambiente cinematografico italiano, precisamente quello del suo nucleo portante, vale a dire la città di Roma, non rinuncia, ancora una volta, a tentare di attirare l’attenzione non solo degli appassionati cinefili trasportando in poche (ma buone) sale capitoline alcune delle pellicole (sostanzialmente quelle vincitrici) che si sono distinte nel corso della kermesse. Le vie del Cinema da Cannes a Roma, dunque, grazie al fondamentale supporto di A.G.I.S (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) e A.N.E.C (Associazione Nazionale Esercenti Cinema), giunge alla sua XVII edizione con un bottino qualitativo non indifferente. A destare il maggiore interesse, su tutti, è ovviamente il film vincitore della Palma d’Oro (assegnata dalla giuria presieduta da Nanni Moretti), vale a dire Amour dell’austriaco Michael Haneke (con Jean-Louis Trintignant, Emmanuelle Riva, Isabelle Huppert), ormai da tempo divenuto, a gran voce e con merito, uno dei principali punti di forza dell’attuale cinema europeo. I suoi film si distinguono sempre per un approccio glaciale e distaccato alle fortissime tematiche affrontate. In questo caso, è proprio l’ambito affettivo ad essere coscientemente esaminato seppur con la consueta logica al limite del dissacratorio: George e Anne, dunque, coppia di ottantenni insegnanti di musica (anche qui, come per La pianista, si dona una non irrilevante importanza alle composizioni schubertiane), subiscono una profonda crisi per via della malattia che affligge lei, ma si tratterà anche di qualcosa che rischia di incrinare per sempre sia il loro rapporto che la loro stessa condizione di individui pensanti la realtà con sensibilità comunque differente rispetta a quella “comune”. La prima proiezione in assoluto in territorio italiano avverrà a Roma venerdì 8 giugno presso l’Eden Film Center alle ore 20:30. Per chi riesce ad essere in zona, il vivissimo consiglio è quello di non perderlo per nessun motivo. Ad ogni modo, il programma completo della rassegna capitolina è scaricabile dal sito ufficiale di A.G.I.S. e A.N.E.C. Lazio.
Tornando all’ordinarietà settimanale, invece, una parte di nuova generazione può tranquillamente scegliere di istupidirsi anche grazie al grande schermo per mano di Project X – Una festa che spacca (di Nima Nourizadeh, con Thomas Mann, Oliver Cooper, Jonathan Daniel Brown), tutt’altro che filosofeggiante resoconto (molto spiega l’affinità produttiva con un altro film assolutamente non pudico come Una notte da leoni) buono, forse, unicamente a favorire il trapianto di festini rave su legittime basi da potenziale divertimento giovanile. Seguendo, dunque, tre vicende di altrettanti apparentemente anonimi studenti, il film evidenzia il loro continuo ed imperterrito tentativo di costruirsi una reputazione sfociato in un’idea portante: organizzare una festa indimenticabile. Purtroppo, però, non sono affatto preparati a questo particolare tipo di festeggiamenti. Perciò, la voce si sparge in fretta e i tre saranno costretti a venire a patti con la loro stessa personalità. Fate voi.
Tanto per incrementare la dose di presenza di chi, in realtà, con la macchina da presa non ha molto (e nemmeno benissimo) avuto a che fare almeno nelle vesti di director, l’ottima Madonna si è sentita in dovere di ritornare anche sul grande schermo (testimonianza del fatto che i ricchi e famosi possono tutto) con il suo W.E – Edward e Wallis (con Abbie Cornish, Andrea Riseborough, James D’Arcy), già presentato alla scorsa Kermesse veneziana e da alcuni trattato anche abbastanza bene. Staremo a vedere. Ad ogni modo, la pellicola narra della giovane Wally Winthrop, intrappolata in un matrimonio socialmente importante ma, in esso, continuamente umiliata perché quotidianamente costretta a frequentare l’esposizione dei cimeli del duca e della duchessa di Windsdor. La giovane finisce per essere ossessionata dalla storia di re Edward, che negli anni ’30 abdicò alla guida dell’impero inglese per amore di Wallis Simpson, una americana senza doti né dote e divorziata due volte. La giovane Wally, allora, immagina ciò che avrebbe potuto trovare dimora nei retroscena della questione di una enorme storia d’amore (forse la più grande del XX secolo) e del sacrificio che essa ha generato.
Scorrendo la lista delle uscite, poi, fa piacere veder tornare sullo schermo di fiction il buon Cameron Crowe dopo la bella esperienza documentaristica al fianco dei mitici Pearl Jam di Eddie Vedder e soci per Pearl Jam twenty. La commedia drammatica La mia vita è uno zoo, dunque (con Matt Damon, Scarlett Johansson, Elle Fanning), narra di Benjamin Mee, uno scrittore di avventure e giornalista per un quotidiano di Los Angeles che, rimasto vedovo con due figli a carico, deve affrontare le inevitabili difficoltà nel crescerli. Sperando di riuscire a rianimare lo spirito familiare, dunque, Benjamin decide di lasciare il suo lavoro per acquistare una casa di campagna con sette ettari di terreno circostante. Ma nel pacchetto è compresa anche una singolare opzione: uno zoo popolato da dozzine di animali che lo stesso Benjamin decide di riaprire con l’aiuto della famiglia e della comunità locale. Ora, dunque, non dovrà più solo scrivere storie di avventura ma viverne una sulla propria pelle.
Infine, ma assolutamente non ultimo, il film collettivo 7 days in Havana si presenta come un vero e proprio ritratto umano ad opera di sette importanti registi (tra cui Benicio Del Toro, Laurent Cantent, Emir Kusturica) uniti nell’intento di fornire i propri personali punti di vista riguardo nei confronti della citta dell’Havana in epoca contemporanea. Ne deriva, dunque, la rispettiva e potente capacità di coglierne il calore e l’intensità che la rendono unica, avendo come bagaglio anche e soprattutto, sensibilità e visione del mondo (cinematografico e non) sostanzialmente differenti. Ogni capitolo racconta un giorno della settimana attraverso vite quotidiane di persone reali, discostandosi drasticamente dai cliché futilmente turistici per prediligere una narrazione atmosferica e culturale maggiormente dedita ad uno sguardo complessivo che evade dalla semplice visione tangibile.
Buona visione.
Stefano Gallone