
Questa settimana al cinema
Poche chiacchiere: non vi azzardate, a buttare soldi per andare a vedere quello scempio inaudito di Amici miei – Come tutto ebbe inizio. Ebbe inzio un bel niente. È una bestemmia, punto e basta. Ne abbiamo già parlato. Una mancanza, anzi, una totale assenza di rispetto nei confronti di divinità del cinema italiano come Mario Monicelli e la coppia sceneggiante Age & Scarpelli. Ad ogni modo, sembra che un’ottima fetta della critica nazionale, per fortuna, lo stia stroncando senza mezzi termini. Ci aggiungiamo di corsa anche noi a dire che si tratta dell’ennesimo ignobile esempio di come la gestione culturale di questo paese lasci spazio a porcherie insensate e cialtronate da ultim’ora. Sciagura a voi se mettete piede in una sala che lo proietta. Libertà di scelta? No, stavolta ve la impediamo. Optate per tutto ma non per questo orrore, grazie. E che vadano alla forca morale Christian De Sica, Neri Parenti e compagnia bella (a momenti nemmeno da Ceccherini ti aspetti certe scelte). Via! Fuori!
Detto questo, di alternative ce ne sono. Non è così difficile trovare di meglio, in realtà, fosse anche nelle piaghe da botteghino. Cerchiamo, dunque, di tracciare una panoramica sulle proposte cinematografiche del week end.
Una considerevole nota di merito ce l’ha Marco Bellocchio con il suo nuovo e atteso lavoro dal titolo Sorelle mai (con Pier Giorgio Bellocchio, Elena Bellocchio, Donatella Finocchiaro e Letizia Bellocchio), pellicola nella quale il regista italiano rappresenta lo sviluppo di Sorelle, film presentato al Festival di Roma nel 2006. Con protagoniste le vere sorelle di Bellocchio, il film si compone di sei episodi in una sorta di cronaca familiare semidocumentaristica estrapolata dalle sessioni di un corso di cinema (“Farecinema”) che lo stesso regista tiene, dal 1997, a Bobbio (PC), suo paese natale. Interessante affresco locale per quanto riguarda una sorta di rapporto civiltà provinciale / settima arte.
Sempre sul versante drammatico, è da segnalare Beyond (regia di Pernilla August, con Noomi Rapace, Ola Rapace e Ville Virtanen), storia di una famiglia svedese in cui la madre di Lela effettua il tentativo di riavvicinarsi a lei vedendosi, però, rifiutato tale desiderio. Ma nel momento in cui l’ospedale informa l’imminente morte della donna, Lela verrà spinta dal marito a raggiungere la madre. Il viaggio che ne deriva si rende sinonimo di recupero di un passato mai ben decifrato sia da lei che dal fratello.
All’immancabile dicitura “commedia”, troviamo Tournée (diretto dall’esordiente Mathieu Amalric, premio alla regia al Festival di Cannes, con Miranda Colclasure, Suzanne Ramsey e Linda Marraccini) un interessante spettacolo neo-burlesque in cui il protagonista, l’impresario Joachim, si eleva a portavoce di una variegata gamma di vicende e situazioni. In viaggio con un gruppo di notevolissime spogliarelliste americane, l’uomo fa il tentativo di tornare sulle scene con un nuovo spettacolo di burlesque. Iniziando dalla Francia, però, Joachim dovrà farsi in quattro per ricavare da questo spettacolo il necessario per mantenere la sua ex moglie, rendere la vita meno difficile ai suoi figli e tenere d’occhio il gruppo di ragazze che, intanto, diventa sempre più “incontrollabile”.
Scorrendo la lista, poi, sempre alla voce “commedia”, ci imbattiamo nel nostrano (ahimè) Nessuno mi può gudicare (regia di Massimiliano Bruno), in cui una Paola Cortellesi più teatrale che cinematografica (com’è, comunque, nelle sue vene), al fianco di Raoul Bova, Rocco Papaleo e Anna Foglietta, veste (o sveste) i panni della trentacinquenne Alice, donna sposata con figlio e residente ai Parioli la cui vita cambia quando il coniuge muore in un incidente e l’avvocato le spiega che rischia di rimanere al verde. Col figlio, dunque, va a vivere nella periferia multietnica della capitale ed è costretta a guadagnare facendo la escort. Giulio è il gestore di un internet point che avrà sia il privilegio che la sfortuna di incontrarla.
Se può far simpatia, infine, segnaliamo il gradevole cartoon d’animazione digitale Gnomeo & Giulietta nel quale la classica storia shakespeariana viene riproposta, stavolta, non da Di Caprio o Joseph Fiennes ma da un gruppo di gnomi il cui dramma sentimentale vive e si consuma nel perimetro del giardino in cui vivono.
Considerate seriamente le parole iniziali. Buona visione.
Stefano Gallone