
Quelle radio vietate dai nazisti
Aggiunto da Chiara Campanella il 30/09/2010.
Tags della Galleria L'arte e la storia, Primo piano
Tags: abbazia montecassino, Alleati, annotazioni, archeologo, armate americane, ascolto delle radio libere a roma 1943-1944, autori documento, carte, Casa della memoria e della storia, casilina, delirio di folla, diario, emittenti vietate dal nazifascismo, esultazione, fronti lontani, gianlorenzo gatti, giannetto valli, guerra, guglielmo gatti, imposizioni, italia occupata, liberazione, liberazione di roma, libri di storia, Museo Storico della Liberazione, ordinanza n.6, popolarità, prof.parisella, radio, radio libere, Resistenza, resistenza civile, ribellione, roma, sbarco di anzio, testimonianze di vita
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Presentazione del documento “Ordinanza n. 6, ascolto delle Radio Libere a Roma 1943-1944”. Alla tavola rotonda tra gli interventi, quelli degli autori del documento, Gianlorenzo Gatti e Giannetto Valli
di Chiara Campanella
ROMA – Si scoprono talvolta, tra le carte lasciate da chi ci ha preceduto, inedite testimonianze di vita, insieme pubblica e privata. È il caso dell’Ordinanza n.6, emanata il 2 ottobre del 1943, dal Generalfeldmarschall Albert von Kesselring per imporre il divieto di ascolto delle radio alleate nell’Italia occupata. Sul retro di quella copia, Guglielmo Gatti, archeologo e topografo di Roma antica, annotava quotidianamente le notizie sulla lenta avanzata alleata trasmesse dalle radio emittenti vietate. Quelle note ripropongono alla nostra memoria le varie situazioni ed i più vari stati d’animo, comprese le angosciate speranze individuali, che ogni giorno vivevano i cittadini della capitale, in particolare nel periodo compreso tra il settembre 1943 e la liberazione di Roma, avvenuta il 4 giugno 1944.
Di questo si è discusso ieri pomeriggio, mercoledì 29 settembre, presso la Casa della Memoria e della Storia a Roma. All’appuntamento, presso la Sala Multimediale, erano presenti il figlio di Guglielmo Gatti, Gianlorenzo e Giannetto Valli, che si sono preoccupati prima di decifrare, poi pubblicare il gli appunti scritti sul retro del documento. È un percorso commovente, che va al di là dei libri di storia; una sorta di diario con commento, un esempio di resistenza civile. Per Guglielmo Gatti, scrivere su retro del documento sottolineava il senso della sua ribellione, era la sua manifestazione di difesa nei confronti dell’occupazione nazista. La pubblicazione è stata un arduo lavoro di mesi, proprio per problemi grafici.
«Ho iniziato questi appunti per caso: una sera mentre ascoltavo le stazioni radio italiane (Bari, Napoli) e inglesi; per annotare alcune notizie presi il primo pezzo di carta che mi capitò tra le mani. Era questo: l’avevo avuto in ufficio, fra altri che mi pervengono per motivi di lavoro, e l’avevo portato a casa per ricordo e per affiggerlo presso il mio apparecchio! Segnato il primo appunto del 24 novembre, ho continuato tutte le sere ad annotare le notizie più importanti…». Così ha iniziato a scrivere Gatti sul documento.Tra un susseguirsi di eventi, date e anche orari in cui gli alleati sono arrivati in Italia, dallo sbarco di Anzio, la distruzione dell’abbazia di Montecassino, fino a parlare di fronti lontani come quello sovietico, bielorusso, ecc.
La conclusione di Gatti è un’esultazione, un grido di gioia e liberazione! «…Alle 20.30 andiamo a cena (per modo di dire); alle 20.40 qualcuno dice che a piazza Vittorio sfilano colonne americane. Si stenta a crederlo: qualcuno va a vedere.Sembra sia vero:da Porta Maggiore (Casilina) sarebbero entrate le prime colonne della V Armata. È vero! Alle 21.15 vedo passare sotto casa mia una camionetta americana. Roma si sveglia, tutti esultano,si accendono le luci, si canta e ci si sveglia da un incubo insopportabile. Per tutta la notte è un delirio di folla e un transito ininterrotto di automezzi alleati vittoriosi. Roma non ha subito alcun danno. Il foglio termina, se pure non la guerra, ma l’Ordinanza n.6 ha cessato di vivere col fascismo».
Nel corso dell’appuntamento è stato proiettato un dvd (18 min.) con immagini, tributi sonori e una rapida sintesi degli eventi di allora. Al meeting hanno partecipato anche: Vittorio Cimiotta (presidente della FIAP) e Stefania Fabri (responsabile Servizio programmazione e gestione Spazi Culturali del Dipartimento Cultura del Comune di Roma). Non meno significativa è stata la presenza di Nando Tagliacozzo, in qualità di testimone ebreo di quel periodo. Alla tavola rotonda ha partecipato, inoltre, il prof.Antonio Parisella, direttore del Museo Storico della Liberazione a cui verrà destinato il prezioso documento, proprio per trasmettere l’informazione e non disperdere il ricordo di quel periodo di ribellione e imposizioni,spesso preso poco in considerazione dai libri di storia.
Foto | via http://foto.cronachemaceratesi.it