
Prostituzione minorile, un inferno chiamato Cambogia
Ogni anno centinaia di migliaia di turisti occidentali si riversano nelle strade della capitale cambogiana Phnom Penh ed in quelle della cittadina turistica di Sihanoukville, alla ricerca di giovanissime prede che offrono sesso low cost. Lo sfruttamento sessuale infantile a fini commerciali è una delle principali fonti di reddito per organizzazioni criminali e famiglie e rappresenta una vera e propria piaga per il piccolo Paese asiatico.
Il contesto – Nonostante la Costituzione proibisca la prostituzione e il traffico di minori, sono proprio questi i fatti per i quali la Cambogia è tristemente nota alle cronache. La diseguaglianza sociale, le limitate risorse familiari, la debolezza istituzionale e la mancanza di una legislazione specifica in materia, hanno favorito il radicarsi del fenomeno.
Il ruolo delle famiglie – Un ruolo fondamentale nella diffusione della prostituzione minorile è svolto dalle famiglie che affiancano ed, in alcuni casi, alimentano il business delle organizzazioni criminali strutturate. In un contesto dove il tasso di povertà è estremamente alto, la prostituzione rappresenta, infatti, un mezzo di sostentamento. Sono molte le madri che vendono la verginità delle proprie bambine per pochi dollari. Bimbe che, al loro ritorno a casa, dopo aver trascorso le notti con il proprio stupratore, vengono prese a sassate dagli uomini perché considerate anime rotte e dunque, condannate a trascorrere la loro vita nei bordelli.
I luoghi – Contrariamente a quanto accade in altri Paesi, in Cambogia i distretti a luci rosse non sono collocati nei centri cittadini bensì nelle periferie, lontano dalle scuole e dalla pagode. Il più famoso tra questi centri è senza dubbio Svay Pak, un’area che per gli undici chilometri che la separano dalla capitale è anche conosciuta come K11. Si tratta di un vero e proprio supermercato del sesso, senza orari e senza limiti, dove le madri offrono i propri figli sul portone di casa.
Negli ultimi tempi, però, le cose stanno cambiando e nel tentativo di rendere invisibile il fenomeno ma anche di proporre un prodotto più adeguato alle esigenze della clientela, i teatri del business della prostituzione sono diventati bar, centri benessere e sale Karaoke.
Chi sono gli orchi – Gli orchi sono spesso europei, australiani e statunitensi. Ad essi vanno aggiunti gli asiatici, molto più pericolosi e difficilmente individuabili in quanto simili per tratti somatici e cultura ai cambogiani. Sex tourists arrivano da Taipei, Hong-Kong e Pechino. Secondo le testimonianze degli attivisti di varie ong presenti sul territorio, ci sono cinesi che per festeggiare la firma di un contratto, comprano una vergine cambogiana perché credono che deflorarla li ringiovanisca.Vittime sempre più giovani e possibilmente vergini sono richieste nella convinzione siano meno a rischio nella diffusione di malattie veneree ed Aids.
Ecpat – Ecpat è una rete internazionale di organizzazioni, presente in oltre 70 Paesi, nata nel 1994 per combattere il turismo sessuale. Dal 2006 è attiva a Phnom Penh e dal 2010 a Sihanoukville con progetti che vedono coinvolte ong locali e scuole e che si basano sul sostegno a distanza. L’obiettivo è prevenire e combattere lo sfruttamento sessuale dei minori attraverso l’istruzione, la formazione, le cure sanitarie e la protezione dai pericoli del racket della strada. L’impegno di Ecpat ha già prodotto risultati importanti: grazie al progetto Via dal Campo il numero dei bordelli presenti a Sihanuokville si è ridotto da 63 a 5 e molti bambini oggi hanno una nuova speranza per il proprio futuro.
Il Film – Per mantenere alta l’attenzione su questi temi scottanti, due registi italiani, Ilaria Borrelli e Guido Freddi, hanno realizzato un film, Talking to trees, che descrive l’inferno cambogiano della prostituzione minorile raccontando le terribili storie di giovani ragazze costrette a prostituirsi all’età di 11 anni. Il film, a sostegno di Ecpat Italia Onlus, è stato presentato lo scorso anno al Marché di Cannes e pluripremiato a Los Angeles e Miami. In questi giorni è stato proiettato in anteprima nelle principali città italiane.
Non dimenticare e soprattutto sostenere l’impegno delle varie organizzazioni coinvolte a favore dei minori e contro la prostituzione è un nostro dovere; aiuteremo questi bimbi a scappare da un incubo e a trasformarsi da schiavi a bambini.
Alessandra Pelle
Foto via www.donnamoderna.com; giornalettismo.com; www.ecpat.it
SE ANDIAMO A INDAGARE NE METTIAMO DENTRO PIU’ DI UN MILIONE
E TRA LORO MOLTI GENITORI CON LE FIGLIE E I FIGLI
AL CONTE ARLOTTA TARINO TOCCHERA’ DONARE ANCORA 20 ETTARI DI TERRENO PER FARE UNA TORRE (BABELE) PER METTERLI DENTRO PER ALMENO 7 DICO SETTE ANNI SENZA APPELLO O …CONDIZIONALE…
..MA SOLO IMPERATIVO…!