Privacy e social network: verso la “condivisione” totale della persona

provacy e social network

I dati personali sui social network sono spesso diffusi in rete senza che l’utente se ne renda conto, ed i rischi aumentano quando si tratta di minorenni (blog.estrogeni.net)

Laddove il confine tra vita reale e mondo virtuale è sempre più sfumato, il rapporto tra privacy e social network si fa sempre più controverso. L’opinione condivisa da larga parte degli studiosi di sociologia è che l’uso compulsivo dei social network derivi dal bisogno che ognuno ha di sentirsi al centro dell’universo, quasi che i “like” ad una foto, o il commento ad uno status, valgano più di qualsiasi altra forma di autolegittimazione.

D’altra parte, c’è il bisogno di adeguarsi ad una società sempre più iperconnessa, dove tutto ruota intorno allo smartphone, croce e delizia di ognuno, che in ogni momento della giornata ed in ogni luogo della terra, ci permette di disconnetterci dal mondo reale per entrare in una sorta di dimensione virtuale parallela, fatta di regole e di meccanismi propri.

DALL’INTERCONNESSIONE ALL’IPERCONDIVISIONE - Molti social network, Facebook in primis, hanno avuto la propria ragion d’essere nella facilità con cui permettevano agli utenti iscritti di connettersi e ritrovare persone perse di vista da tempo, dai vecchi compagni di scuola ai parenti di Paesi lontani. Ma oggi sarebbe terribilmente riduttivo pensare ai social network esclusivamente in questi termini, quali strumenti di interconnessione, quando sono innanzitutto strumenti di “condivisione”: con il famoso tasto “share” ogni notizia diventa virale; ogni pensiero, comportamento, azione – anche quelli più intimamente connessi alla sfera personale – diventano alla portata di tutti.

E poco importa se gli standard di sicurezza a garanzia della privacy dei vari Facebook, Instagram, Wechat, Whatsapp siano deboli o per nulla trasparenti, la realtà è che spesso gli utenti accettano le condizioni del famoso documento sulla privacy senza nemmeno leggerlo. Così capita di installare con leggerezza un’applicazione, senza sapere che in cambio di qualche simpatica funzione di photo editor o di qualche inutile giochino passatempo, regaliamo all’azienda tutto il nostro archivio sd, messaggi, chiamate, rubrica, dati per la pubblicità e quant’altro possiamo solo lontanamente immaginare.

FACEBOOK COMPRA WHATSAPP (E LA PRIVACY?) - L’ultima accoppiata che ha fatto tremare i più strenui difensori della privacy degli utenti sui social riguarda quella tra il colosso Facebook e il leader della messaggistica istantanea su internet, Whatsapp. Un’acquisizione da ben 19 miliardi di dollari, che non ha fatto che accrescere lo strapotere dell’azienda Zuckerberg. Lo scopo del milionario dei social network è quello di accaparrarsi il settore ormai predominante della messaggistica in rete, che ha soppiantato quella tradizionale.

privacy e social network

Facebook ha recentemente acquistato Whatsapp per 19 miliardi di dollari, ma molti sono i dubbi sulla privacy degli utenti (tusemanario.com)

Ma gli utenti sono sul piede di guerra e temono per la loro privacy: infatti, solo due anni fa, scoppiò una rivolta sul web dopo che Zuckerberg aveva acquistato Instagram, il social network dedicato alle foto, a seguito di alcuni cambiamenti sulle impostazioni riguardanti la privacy che non piacquero agli iscritti. Ora si teme lo stesso con Whatsapp e la preoccupazione principale riguarda l’eventualità che i numeri di telefono immagazzinati nell’applicazione di messaggistica istantanea vengano automaticamente fagocitati da Facebook, che già, di cose personali dei propri iscritti, ne sa molte.

Inoltre, se finora Whatsapp si era dichiarato contrario alla pubblicità, ora con il cambio di proprietà le cose potrebbero cambiare. E a favore dei profitti, non degli utenti. I milioni di iscritti non si lasciano facilmente intimorire da Zuckerberg e minacciano di passare ad alternative di messaggistica equivalenti, quali WeChat, Line, Tango e molti altri.

MINORENNI, PRIVACY E SOCIAL NETWORK – I numerosi rischi che ruotano attorno al rapporto tra privacy e social network non sono di facile definizione, come se gli utenti si trovassero di fronte a un nemico di cui non si conosce la pericolosità e che, perciò, è difficile da combattere. I più vulnerabili all’interno di questa dialettica impari sono i minorenni, che invece di essere maggiormente tutelati vedono i propri dati in rete alla mercé di tutti, anche dei mal intenzionati. Basti pensare che, da qualche tempo a questa parte, i post condivisi su Facebook dai minorenni – messaggi, foto, video – possono essere pubblici, cioè visibili da tutti, mentre in passato vigevano restrizioni per cui potevano essere pubblicati solo come visibili dagli amici e dagli amici degli amici.

Un ulteriore passo verso la condivisione totale e totalizzante dell’utente, a discapito della persona e dei soggetti deboli.

Cristina Casini

@cristina_casini

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