Presidenzialismo. Berlusconi lo vuole: storia vecchia, che sa di ‘ricatto’

Silvio Berlusconi

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi (ilfattoquotidiano.it)

Silvio Berlusconi è tornato. Nonostante la pesante sconfitta del centrodestra alle ultime Europee, nonostante sia stato condannato definitivamente nel processo Mediaset, l’ex Cavaliere di Arcore non ci pensa proprio a mollare il palcoscenico politico italiano. E così oggi ha tenuto una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, dove ha rilanciato la sua agenda per le riforme costituzionali. Tanti i temi toccati: riforma del Senato, legge elettorale ma, soprattutto, presidenzialismo. A tal proposito, non è mancata qualche stoccata al ruolo del capo di Stato, figura con troppo potere pur senza legittimazione popolare. Nel frattempo il popolo italiano si ripropone sempre la stessa domanda: è giusto che un condannato in via definitiva, si permetta di decidere la sorti di questo Paese?

PIENA COLLABORAZIONE SULLE RIFORME - Il fulcro della conferenza sono state le riforme. Berlusconi ha precisato che Forza Italia non mancherà di collaborare con Matteo Renzi sulle riforme costituzionali più importanti, cioè Italicum, Titolo V e Senato. «Noi – dice Berlusconi – siamo l’opposizione di centrodestra liberale a un governo di sinistra tenuto in piedi da alcuni parlamentari eletti dalla destra ma, se il governo ci propone delle riforme che anche a noi vanno bene, noi non faremo mancare il nostro appoggio a provvedimenti indispensabili per rendere il nostro Paese governabile». Sembrano lontani anni luce quei mesi in cui Berlusconi chiedeva di andare alle urne un giorno sì e l’altro pure. Eppure parliamo di marzo, appena 4 mesi fa. Adesso però non c’è più tutta questa fretta. Già, perché il pessimo 16,8% delle Europee consiglia tutto fuorché tornare al voto. Sarebbe un suicidio. Meglio allora far lavorare Renzi e, perché no, porre il proprio simbolo in mezzo alle riforme. Magari, collaborando, riuscirà a strappare anche qualche applauso.

RIFORMA DEL SENATO - Collaborare sulla riforma del Senato non sarà tuttavia facile, ma la voglia di trovare un’intesa c’è. Ecco allora perché il ministro della Riforme Costituzionali, Maria Elena Boschi (Pd), si vedrà domani con Paolo Romani (Fi). Nel caso l’incontro fallisse, è stato lo stesso Berlusconi ad annunciare che si rivedrà con Renzi, magari per un Patto del Nazareno bis. «Dobbiamo ancora trovare un accordo – ha detto l’ex Cav – Renzi è disponibile ad un nuovo incontro, ma insiste sul fatto che il nostro capogruppo Romani e la signora Boschi si incontrino per trovare un punto che vada bene a entrambi. Se l’intesa non ci sarà vedrò direttamente Renzi». Come appena scritto, l’intesa sarà difficilissima. Renzi e il Pd vorrebbero chiudere la riforma mantenendo il Senato non elettivo, bensì composto da sindaci e presidenti di Regione. Forza Italia vorrebbe invece tutt’altro, ossia mantenerne il carattere elettivo. Un discorso più che logico, giacché nella politica locale il centrodestra è in pratica sparito. A dirlo è proprio Berlusconi: «La riforma del Senato squilibra lo Stato a favore dell’Anci e lo consegna alla sinistra».

Berlusconi e Renzi

Silvio Berlusconi e Matteo Renzi (qelsi.it)

IDEA PRESIDENZIALISMO - Tralasciando il discorso Senato, oggi Berlusconi ha rilanciato la sua idea di attuare un presidenzialismo in Italia. Una riforma costituzionale che travolgerebbe il Quirinale e che potrebbe essere unita alla modifica di Palazzo Madama e del Titolo V. Il perché di questa proposta è presto spiegata: «Abbiamo un capo dello Stato che oggi è passato al di là delle funzioni previste dalla Costituzione, passaggio che è diventato fisiologico e ha prodotto una distorsione patologica di una democrazia parlamentare», dice Berlusconi. Tale situazione sarebbe gravissima, ecco perché il presidente della Repubblica dovrebbe essere eletto dal popolo: «Il problema è che oggi il capo dello Stato non ha una legittimazione popolare. Si è verificata una frattura irrisolta tra la lettera della Costituzione e la pratica quotidiana».

RICATTO OPPURE NO? - La proposta d’introdurre il presidenzialismo in Italia si articolerebbe allora in 3 fasi: «La nostra strategia – ha annunciato Berlusconi – comporta tre percorsi paralleli: ripresentazione in Senato dei nostri emendamenti per l’elezione diretta del Capo dello Stato. Secondo: presentazione di una proposta di legge costituzionale. Terzo: un referendum con cui chiedere ai cittadini se approvano la scelta presidenzialista». Quindi ora Renzi dovrà tenere in considerazione anche quest’ipotesi. Bocciarla senza nemmeno discuterla, minerebbe la stabilità della riforma del Senato. Anche perché sembra che stia particolarmente a cuore a Berlusconi: «Renzi, il governo e la sinistra accolgano questa nostra proposta, allora noi ripresenteremmo gli emendamenti già presentati. Se ci fosse accordo su questi emendamenti, che si possono anche cambiare, si darebbe al Paese un sistema snello». Tale riforma ha però quasi l’odore del ricatto: noi vi votiamo il Senato, voi ci appoggiate il presidenzialismo. Quando però i giornalisti hanno paventato questa paura, Berlusconi ha risposto così: «Assolutamente no, perché noi abbiamo preso un impegno sul Titolo V, riforma Senato e legge elettorale e noi gli impegni li manteniamo». C’è da crederci?

Davide Iandiorio
@d_iandi

foto: ilfattoquotidiano.it; qelsi.it

Share and Enjoy

  • Facebook
  • Twitter
  • Delicious
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Add to favorites
  • Email
  • RSS

Ti è piaciuto questo articolo? Fallo sapere ai tuoi amici

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

 
Per inserire codice HTML inserirlo tra i tags [code][/code] .

I coupon di Wakeupnews