
Paolo VI beato, mentre Francesco ricorda che ‘Dio non teme le novità’
Papa Montini è beato; nella messa che innalza Paolo VI, Francesco prima abbraccia Benedetto XVI, quindi avverte che Dio non teme le novità dei tempi
Città del Vaticano – Papa Paolo VI, al secolo Giovanni Battista Montini, è beato: Il Papa che portò a compimento il Concilio Vaticano II e che creò il Sinodo dei vescovi – quella stessa organizzazione democratica della Chiesa risuscitata in queste settimane da Francesco – sarà festeggiato il 26 settembre, giorno della sua nascita. L’ha annunciato Francesco durante la celebrazione di questa mattina, mostrando anche la reliquia – una maglia bagnata di sangue, spillato al Pontefice durante l’attentato del 1970 – che avrebbe compiuto il miracolo, guarendo un bambino vittima di una malformazione nel grembo materno.
IL RICORDO DI FRANCESCO – Per Francesco, Paolo VI è indissolubilmente legato al Sinodo dei vescovi e non poteva essere altrimenti questa settimana: «in questo giorno della beatificazione di Paolo VI mi ritornano alla mente le sue parole, con le quali istituiva il Sinodo dei vescovi: “Scrutando attentamente i segni dei tempi, cerchiamo di adattare le vie ed i metodi… alle accresciute necessità dei nostri giorni ed alle mutate condizioni della società”».
Per il creatore del Sinodo Bergoglio ha parole di tenerezza: «in questa umiltà̀ risplende la grandezza del Beato Paolo VI che, mentre si profilava una società̀ secolarizzata e ostile, ha saputo condurre con saggezza lungimirante – e talvolta in solitudine – il timone della barca di Pietro senza perdere mai la gioia e la fiducia nel Signore».
LA NOVITÀ DI DIO – Dio «non ha paura delle novità!» è il messaggio di Francesco durante l’omelia di oggi: un segnale proprio al Sinodo e ai suoi confratelli vescovi, a volte troppo reticenti ad accogliere le novità e i cambiamenti, anche quelli che questo pontificato sta introducendo nella Chiesa e nella curia. L’amore di Dio per le novità è inserito nel commento al Vangelo: «rendete a Dio quello che e di Dio. Questo significa riconoscere e professare – di fronte a qualunque tipo di potere – che Dio solo è il Signore dell’uomo, e non c’è alcun altro. Questa è la novità̀ perenne da riscoprire ogni giorno, vincendo il timore che spesso proviamo di fronte alle sorprese di Dio». Dio, infatti, aggiunge Francesco «ci rinnova, cioè ci fa nuovi continuamente. Un cristiano che vive il Vangelo è la novita di Dio nella Chiesa e nel Mondo. E Dio ama tanto questa novita!».
PAOLO MESTO – Fu questo il soprannome con cui alcuni circoli ecclesiastici, soprattutto i più conservatori, lo ricordano ancora oggi; colpa ne è forse l’aspetto pacato e riflessivo, in contrasto con quello più gioviale e operativo di Giovanni XXIII, che il Concilio lo indisse e inaugurò. Forse in questa strana fama ha un ruolo anche la scelta di invertire alcune tendenze del Concilio, tirare un po’ i freni sulle innovazioni, quasi avesse accettato il cambiamento solo per impossibilità di opporvisi. Invece Paolo VI è stato il primo Papa completamente moderno, che ha saputo miscelare con sapienza la coerenza della Dottrina con lo “spirito dei tempi” individuato da Roncalli nei molti temi di discussione per la Chiesa. E fu anche il Papa che pregò per Moro, conosciuto ai tempi della Fuci, e che fece trattare segretamente il Vaticano per una sua liberazione, giungendo a celebrarne i funerali in san Pietro.
LA VITA UMANA – Paolo VI è indissolubilmente legato alla Humanae vitae, l’enciclica con cui ha fissato per cinquant’anni le linee guida dell’azione vaticana nel campo della contraccezione, dell’aborto e della tutela dei diritti dei viventi, dal concepimento in poi. Il Sinodo di queste settimane ha sicuramente rimesso in discussione alcune applicazioni pastorali, ma, nonostante ciò che sostiene la propaganda conservatrice, ne segue ancora le linee dottrinali.
L’ABBRACCIO PAPALE – Anche questa mattina il Papa emerito Ratzinger era in piazza, a concelebrare insieme agli altri vescovi; per lui un altro abbraccio di Francesco, a testimoniare come l’affetto tra i due successori di Pietro sia vero e sincero. Francesco sta proseguendo l’opera avviata da Ratzinger e i due si completano a vicenda. «Grazie, grazie per la sua presenza!» è stato il saluto di Francesco, debitore anche di un inatteso – e silenzioso – appoggio di Raztinger sui temi più spinosi trattati al Sinodo.
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio